Addizionale Irpef, lo sconto è a rischio

Rossi: «Dipenderà dalle richieste finanziarie del governo». Ma i sindacati: «La Provincia metta i 14 milioni sul lavoro»


di Chiara Bert


TRENTO. Se i trentini con redditi fino a 28 mila euro avranno nel 2014 lo sconto sull’addizionale Irpef, previsto dalla Finanziaria della Provincia appena approvata, dipenderà dalle scelte del governo. E dalle richieste che arriveranno al Trentino dal Def (il documento economico finanziario) come contributo per garantire le coperture al bonus Irpef deciso dal governo che i lavoratori riceveranno da maggio in busta paga. Al bonus Irpef, che vale 80 euro e andrà ai lavoratori con un reddito da 8 mila a 26 mila euro l’anno, potrebbe aggiungersi per la stessa platea di beneficiari (leggermente più ampia visto che in questo caso si arriva a 28 mila euro) anche la riduzione dell’addizionale Irpef, tra i 90 e i 100 euro all’anno per un reddito di 28 mila euro.

«Per decidere dobbiamo aspettare di leggere i testi di legge e capire cosa ci verrà chiesto in termini di impegno finanziario», avverte il governatore Ugo Rossi. La buona notizia è che la Provincia sembra non dovrà rinunciare ai 50 milioni di gettito fiscale che sarebbero mancati se il bonus Irpef del governo fosse stato una riduzione fiscale in busta paga. Sembra invece che la modalità scelta sia quella di una riduzione dei contributi versati dai datori di lavoro, soluzione che non impatterebbe sulle entrate fiscali. «Per come l’ho letto io - spiega Rossi - se si tratta effettivamente di un bonus e non di una detrazione, questo non dovrebbe ridurre il nostro gettito. Se così sarà, noi confermeremo la manovra di riduzione dell’addizionale Irpef (valore 14 milioni di euro, ndr)». Il presidente mette però le mani avanti: «Finché non vedremo tutte le carte, non possiamo sapere se ci saranno altre richieste da Roma, per esempio sugli accantonamenti, ovvero soldi che non possiamo spendere. Dalle notizie che abbiamo nel Def ci sarebbero richieste di accantonamenti per una trentina di milioni».

Ma proprio sul destino dei 14 milioni stanziati per l’addizionale Irpef arriva la richiesta unitaria dei sindacati: «I risparmi vadano al lavoro». «La riduzione della pressione fiscale su chi lavora - dichiarano i segretari generali di Cgil Cisl e Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - è una storica richiesta delle organizzazioni sindacali che da anni si battono perché le tasse sui redditi da lavoro e da pensione vengano ridotte in modo da lasciare qualcosa in più in busta paga alle famiglie e rilanciare così i consumi. Ora il governo lavori per rendere strutturale ed estendere ad incapienti e pensionati il bonus fiscale e lo faccia rafforzando la lotta all'evasione fiscale e aumentando il carico sulle rendite».

E considerato che il meccanismo scelto dal governo Renzi - agire sui contributi e non sulle detrazioni Irpef - dovrebbe garantire invarianza del gettito previsto dalla recente manovra di assestamento, per i sindacati «c'è la possibilità che i 14 milioni previsti per la riduzione dell'addizionale Irpef possano essere utilizzati altrimenti». «Crediamo che sarebbe più utile impiegare queste risorse sul fronte degli ammortizzatori sociali e in particolare delle politiche attive del lavoro per i giovani e per i disoccupati - dicono Burli, Pomini e Alotti - così da garantire migliori occasioni di collocazione in questa flebile fase di ripresa economica a coloro che hanno perso il posto di lavoro. Inoltre una parte di queste risorse andrebbe utilizzata per sostenere il potere d'acquisto dei pensionati meno abbienti». Una possibilità, quella di dirottare i soldi su lavoro e welfare, che era stata ventilata dal vicepresidente della giunta Alessandro Olivi: «Invece di annegare il nostro intervento in quello più corposo dello Stato, aggiungendo pochi euro al mese, potremmo destinare quelle risorse alle politiche attive del lavoro, per i giovani e le donne, e agli ammortizzatori sociali per i lavoratori atipici».

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