Michele Andreaus commenta la sconfitta nella corsa a presidente della Cassa Rurale Alta Valsugana 

«Regole del gioco cucite su misura da abili sarti»

Pergine. Il voto dell’assemblea lo ha bocciato: Michele Andreaus, candidato alla presidenza in contrapposizione a Franco Senesi, ha raccolto il 38,5% dei consenti contro il 61,5% del rivale. Una...



Pergine. Il voto dell’assemblea lo ha bocciato: Michele Andreaus, candidato alla presidenza in contrapposizione a Franco Senesi, ha raccolto il 38,5% dei consenti contro il 61,5% del rivale. Una bocciatura che, con una lettera al Trentino, ha voluto commentare.

«Ringrazio innanzitutto le oltre settecento persone che hanno creduto nella forza delle idee. Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato una mano in questa avventura e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno dedicato parte del loro tempo ad ascoltarmi e a confrontarsi con me. Ringrazio anche tutti gli organi di informazione, per aver seguito la campagna elettorale e l’assemblea con attenzione e grande equilibrio. Purtroppo la forza delle idee spesso non è sufficiente. Mi sono dovuto confrontare con un sistema di potere, che ha dato fondo a tutte le leve che la presidenza di una banca mette a disposizione. Come ho sintetizzato nel mio discorso, il mantenimento di una carica per più di tre decenni fa apparire normali comportamenti che non lo sono per nulla. Sono comportamenti che, a partire da regole del gioco costruite su misura da abili sarti, finiscono per rendere estremamente difficoltoso un esercizio libero della democrazia prevista nello statuto.

Gli oltre 700 socie e soci che mi hanno votato sono in buona parte persone che da anni non partecipavano più alle assemblee e sono intervenute in questa occasione perché hanno colto ed hanno desiderato riaffermare la speranza di un rinnovamento. Quello dell’assemblea dei soci sarebbe potuto essere un bellissimo esercizio di democrazia ma, purtroppo, si è trasformato in un esercizio di gestione muscolare del potere. Tuttavia, ritengo che le idee – se sono valide – rimangano e che valga la pena di non abbandonare il percorso. Lo impone il senso di responsabilità nei confronti delle persone che hanno dato fiducia non tanto a me ma ad un’autentica idea di rinnovamento, per proiettare i giusti principi del credito cooperativo nel futuro che ci attende. Rimango fermamente convinto del valore delle idee ho cercato di rappresentare in assemblea, sebbene piccole e grandi rendite di posizione, supportate da comportamenti spesso di piccolo cabotaggio, frutto di decenni di immutato e cristallizzato potere, abbiano sancito il risultato a tutti noi noto. Grazie ancora a tutti!».













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