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Ritorna il crocifisso ma al posto sbagliato

ROMENO. Quando si parla del Cristo di Romeno si fa riferimento in genere alla tela conservata nella chiesa parrocchiale raffigurante la crocifissione, oggetto di devozione plurisecolare perché...



ROMENO. Quando si parla del Cristo di Romeno si fa riferimento in genere alla tela conservata nella chiesa parrocchiale raffigurante la crocifissione, oggetto di devozione plurisecolare perché ritenuto miracoloso. Ma a Romeno vi è un altro crocifisso, più visibile, per la posizione e le dimensioni: in un angolo dell’antica piazza del mercato ora piazza G.B. Lampi, si trova infatti un grande crocifisso in legno su croce in pietra eretta su un basamento lapideo protetto da due paracarri. Ora è tornato al suo posto dopo un lungo restauro curato direttamente dalla Sovrintendenza ai beni storico - culturali della Provincia grazie all’interessamento del funzionario Salvatore Ferrari, che ha curato tutto l’iter burocratico.

«È un’opera barocca in legno di larice di artista sconosciuto e donata da un romenese, Pietro Deromedis. Fu benedetta dal parroco di Romeno don Giovanni Endrici nel 1751 a ricordo del Giubileo indetto da papa Benedetto XIV per l’Anno santo del 1750. L’originale croce era di legno ma nel 1863 fu sostituita dall’attuale in pietra - riferisce Andrea Graiff, medico ospedaliero da un anno in pensione e da sempre cultore di storia locale - nel maggio 1838 il parroco chiese al vescovo di poter spostare il Cristo “esposto a continue irriverenze”, nel nuovo cimitero che era in corso di realizzazione. La richiesta fu accolta dal vescovo Nepomuceno de Tschiderer. La croce, però, non fu mai spostata. Lo testimonia il segno grafico a forma di croce nella mappa catastale del 1859». Da allora infatti il Cristo “vigila” sulla comunità di Romeno, esposto non più alle irriverenze degli uomini ma a quelle del tempo e del progresso.

«La posizione sul ciglio della strada statale che attraversa l’abitato di Romeno lo espone infatti all’azione nociva delle emissioni dei veicoli che transitano a poca distanza - afferma Graiff - negli ultimi 50 anni è stato sottoposto a restauro almeno 4 volte con successivo rapido deterioramento e annullamento del lavoro di ripristino. Negli anni ’70 del secolo scorso lo si è visto in versione policroma, che comunque durò poco». Recentemente il crocifisso è stato sottoposto ad accurato restauro eseguito dagli esperti restauratori della Soprintendenza che hanno riportato l’opera al primitivo splendore. Proprio in questi giorni è stato ricollocato al suo posto. Ma con quali rischi? Graiff conclude con un suggerimento: «Non sarebbe il caso di collocarlo, accogliendo anche il suggerimento dei restauratori, in ambiente protetto e sostituirlo con una copia? Ciò eviterebbe la perdita definitiva di un‘opera tanto cara agli abitanti di Romeno». (g.e.)













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