Primi emozionanti incontri  nella “Stanza degli abbracci” 

Apsp Santa Maria. La struttura gonfiabile acquistata grazie al finanziamento della Comunità di Valle dal 31 dicembre viene utilizzata dagli ospiti della casa di riposo di Cles e dai loro familiari


Giacomo Eccher


Cles. Appena consegnata è stata immediatamente installata, infatti la “Stanza degli abbracci” alla Apsp Santa Maria di Cles è in uso già dal 31 dicembre. Fortemente voluta dalla presidente, dal direttore e dal consiglio di amministrazione, la struttura gonfiabile è stata collocata nei locali del Centro diurno e permette agli ospiti e ai loro familiari di poter godere di un contatto tattile che ormai era loro precluso da oltre dieci mesi.

La presidente

«La possibilità di stringersi e tenersi per mano, di allargare le braccia per cingere le spalle del proprio caro ed il calore di una carezza sul viso sono conquiste importanti ed emozioni che sembrano nuove dopo questi lunghi mesi di isolamento e di privazione» - commenta la presidente Laura Flor. Infatti, spiega, «il contatto è di stimolo e di benefico anche per chi, per effetto della demenza o di altre patologie invalidanti, non ha possibilità di comunicare in altro modo».

Il direttore

Soddisfatto anche il direttore della casa di riposo di Cles, Luca Cattani. «La contentezza di chi fra gli ospiti ed i familiari ha già inaugurato la postazione è pari a quella del consiglio di amministrazione che ha creduto in questa opportunità in un contesto normativo di livello nazionale che non permette l’accesso di parenti e visitatori ai nuclei di degenza».

Il commissario

L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo della Comunità della Valle di Non, che ha finanziato al cento per cento il progetto proposto. «Fin da subito siamo stati onorati di poter sostenere l’iniziativa proposta dalla Apsp Santa Maria di Cles – sottolinea il commissario della Comunità di valle, Silvano Dominici – e questo perché siamo pienamente consapevoli degli effetti negativi della pandemia, che sta mettendo a dura prova la nostra società dal punto di vista sanitario, ma con ripercussioni pesanti anche dal punto di vista umano. Il distanziamento sociale, pur necessario, colpisce severamente le fasce più deboli della nostra comunità ed in particolare gli anziani, per i quali - conclude il commissario - l’affetto dei propri cari è linfa vitale».













Scuola & Ricerca

In primo piano