La frutticoltura, vocazione che ha radici profonde 

Cles, nel suo libro sui cinquant’anni del Consorzio Alberto Mosca cita documenti storici come ad esempio le Carte di Regola di Dardine e Tres del 1564 e 1599


di Giacomo Eccher


CLES. Cinquant’anni di frutticoltura, una storia che a Cles vien da lontano. Lo scrive Alberto Mosca nel volume che racconta i primi cinquant'anni di vita del locale Consorzio Frutticoltori e pubblicato in occasione del mezzo secolo di vita della cooperativa fondata nel lontano 1967.

Una storia che viene da lontano. Infatti Mosca inquadra le vicende del Consorzio nella tradizione frutticola nonesa, perché la mela, in val di Non, era già presente e considerata nelle antiche Carte di Regola come ad esempio in quella di Dardine (1564) e di Tres (1599), oggi entrambe frazioni del Comune di Predaia.

La prima testimonianza delle mele a Cles è solo di qualche anno dopo, il 1813 nelle note di viaggio attraverso le valli del Noce del sudtirolese Marx Sittich von Wolkenstein. Un tocco di passato che Alberto Mosca ha poi allargato anche a quella che davvero è stata la rivoluzione agraria in valle di Non, la costruzione degli arditi acquedotti in roccia scavati nelle varie forre (Tovel, San Romedio, ma anche in Bassa Valle nel Lovernatico, solo per citarne alcuni) per portare acqua nelle campagne anche in quota.

Cles ovviamente era interessato all’acqua del Tresenga, emissario di Tovel e per realizzare quell’opera, grazie alla lungimiranza di uno dei grandi convalligiani dell'epoca, Gioseffo Pinamonti (1783 - 1848), nel 1844 era nato il Consorzio Acquario dei quattro comuni con Cles, Tuenno, Tassullo e Nanno. Tanto per fare un raffronto, erano gli anni in cui l’Italia non esisteva nemmeno perché doveva ancora scoppiare la prima Guerra d’Indipendenza (1848) e non erano ancora successe le Cinque Giornate di Milano.

Storie a parte (che Mosca arricchisce con schede di personaggi legati all’epoca e con illustrazioni e documenti riprodotti in originale), il testo, dopo un capitolo dedicato alla realtà nonesa - solandra tra le due guerre mondiali, entra nel vivo occupandosi dell’ultimo mezzo secolo.

All'inizio la frutticoltura, che nella prima metà del secolo Ventesimo interessava principalmente la zona di Cles, Nanno, Tassullo e Tuenno, quella di Cagnò, Revò e Romallo e quella di Denno, Cunevo, Flavon, Terres, progressivamente si estese a quasi tutto il territorio della Valle di Non, diventando fondamentale per la sua economia agricola.

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