Il Comune di Ruffré contro la Forestale 

Mancate risposte a due lettere di richieste chiarimenti:sospesa la gestione associata di custodia



RUFFRÉ MENDOLA. «La Forestale non ci ascolta anzi non ci risponde nemmeno ed allora si sospende quanto di spettanza riguardo all’attivazione della gestione associata e coordinata della custodia forestale della zona di vigilanza 19, in pratica l’intera Alta Anaunia». Questa la decisione assunta dal consiglio comunale di Ruffré Mendola resa nota dal sindaco Donato Seppi con una missiva diretta ai sindaci di Castelfondo, Cavareno, Romeno, Don-Amblar, Dambel, Romeno e Sarnonico oltre che al comandante della Stazione Forestale di Fondo, Erwin Moncher. Per conoscenza la lettera è inoltre stata trasmessa all’assessore alle Foreste, Giulia Zanotelli, e al Sevizio Foreste della Provincia. Il motivo? La mancata risposta a due richieste sottoscritte da quattro sindaci (Romeno, Ronzone, Cavareno e Ruffré Mendola) e spedite rispettivamente in settembre 2018 e all’inizio dello scorso mese di novembre. «Lettere che anche altri primi cittadini del nostro ambito posti a conoscenza del contenuto, hanno verbalmente condiviso dichiarandosi disponibili, quando e chiamati a fornire ragguagli, ad accompagnarci per ribadire la giustezza delle nostre richieste», afferma Seppi. Una condivisione - sottolinea il sindaco di Ruffré Mendola - che rende ancora più grave le mancate risposte e quindi alla possibilità si spiegare le ragioni che ci hanno indotto a scrivere: «A questo punto è diventata una questione di dignità e della considerazione verso i cittadini che rappresentiamo da parte di una istituzione pubblica come la Forestale che evidentemente ritiene di ignorare le nostre richieste».

Ma quali erano questa richieste? Nella missiva di settembre i quattro sindaci in pratica chiedevano un incontro per discutere e chiarire alcuni comportamenti ritenuti diseducativi che un agente (o forse era un custode) forestale avrebbero adottato nei confronti di censiti non si sa se per eccesso di zelo o altro, e la seconda (in novembre) per segnalare la necessità di intervenire (dando mandato agli stessi Comuni) per il taglio di piante pericolanti che i quattro sindaci, per pubblica incolumità ritenevano a rischio. «Niente di rivoluzionario, il riferimento era a piante pericolanti vicino a case, strade, elettrodotti, ecc dopo la bufera di vento e pioggia di fine ottobre, ma nemmeno a questo abbiamo avuto risposta», conclude Seppi. Da qui la decisione del “suo” consiglio comunale di «non ottemperare a nessuna richiesta della Forestale anche se istituzionalmente e normativamente corretta. Cosa che del resto avevamo annunciato nelle due lettere nel caso non ci avessero nemmeno risposto». (g.e.)













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