sanzeno  

Dopo 2.000 anni riecco il karnyx 

La ricostruzione dell’antico strumento suonerà a Casa de Gentili



SANZENO. Sabato alle 17, a Casa de Gentili, dopo duemila anni torna a suonare il karnyx di Sanzeno, il “terribile” corno di guerra usato dai Celti per terrorizzare i nemici in battaglia. Poi in un incontro tra archeologia, musica e sperimentazione saranno presentate le particolarità e i futuri sviluppi del progetto che ha consentito le ricostruzioni in bronzo e in ottone dell’antichissimo e rarissimo strumento con cui i professori Ivano Ascari e Simone Zuccatti, accompagnati dalla Banda sociale di Lavis, eseguiranno alcuni brani musicali composti appositamente. Un secondo momento è previsto al Museo Retico dove sarà esposta la ricostruzione in bronzo del karnyx, la cui ricostruzione è stata resa possibile grazie al sostegno del Comune di Sanzeno, della Comunità Val di Non, della Cassa Rurale Val di Non e del Servizio attività culturali della Provincia.

Come scrive la Sovrintendenza nell’apposita brossure, il karnyx è un “corno” da guerra, una vera e propria arma “psicologica” che oltre a produrre suoni terrificanti aveva un aspetto imponente dovuto allo sviluppo in altezza di quasi 2 metri e alla terminazione raffigurante il muso di un cinghiale oppure un serpente.

La storia del karnyx di Sanzeno inizia negli anni Cinquanta, quando l’archeologa Giulia Fogolari durante le ricerche condotte nella località anaune rinviene, nei pressi di un’abitazione retica, una “lamina di bronzo a forma di foglia lanceolata con grossa nervatura vuota al rovescio ed elementi di tubo in bronzo facenti parte delle stesso complesso”. La funzione di tali reperti, attribuiti alla seconda età del Ferro, rimane sconosciuta per quasi 60 anni finché un’altra archeologa, Rosa Roncador, riconosce in quei frammenti un’analogia con i karnykes rinvenuti nel sito francese di Tintignac. La presenza dei resti di due esemplari di karnyx a Sanzeno, importante centro politico, commerciale e religioso del mondo retico tra il V e il II sec. a.C., testimonia i contatti intensi del territorio alpino centro-orientale anche con i popoli stanziati in Europa centrale. Con il progetto “Karnyx di Sanzeno” si è cercato di riprodurre la catena operativa con tutti i passaggi messi in atto dagli antichi fabbri per realizzare lo strumento.

Grazie alla collaborazione con il Conservatorio Bonporti di Trento il karnyx è diventato uno strumento contemporaneo per il quale comporre e con il quale eseguire nuove composizioni e scoprire inedite sonorità.

Partner del progetto sono l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia (Paolo Bellintani ed Elena Silvestri), l’associazione culturale Alteritas – Interazione tra i popoli (sezione Trentino, Rosa Roncador), l’Università di Genova (Paolo Piccardo), il Conservatorio Bonporti di Trento (Ivano Ascari), Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France - C2RMF (Benoit Mille), Fucina Ervas (Alessandro Ervas) e DecimaRosa Video (Elena Alessia Negriolli e Aurelio Laino). (g.e.)















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