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Alunni Ciceroni per il Fai raccontano la storia del Casel

DIMARO. Gli apprendisti Ciceroni della quinta classe della scuola primaria di Dimaro, nell’ambito della Settimane Fai d’inverno per la scuola hanno raccontato ai loro compagni della quarta tutti i...



DIMARO. Gli apprendisti Ciceroni della quinta classe della scuola primaria di Dimaro, nell’ambito della Settimane Fai d’inverno per la scuola hanno raccontato ai loro compagni della quarta tutti i segreti del “Casel”, ossia di quel vecchio caseificio funzionante fino al 1989, che fu abbattuto per lasciar spazio all’auditorium già realizzato qualche metro più a valle.

Melanie, Carlotta, Eleonora, Alessia Julia, Jacopo, Maria Giulia, Marcello, Ester, Giorgia, Andrea, Giada, Yassir e Chiara (foto) con l’insegnante Luisa Pezzotti hanno raccolto il testimone dalla IB della scuola media di Malé, che l’anno scorso aveva raccontato le piazze della Borgata. Hanno dato così continuità all’esperienza di un progetto Fai che vuol consentire agli “Apprendisti Ciceroni” di fare un’importante esperienza divulgativa di cittadinanza attiva e di educazione tra pari e ai loro compagni di conoscere la bellezza nascosta dei luoghi prescelti grazie all’entusiasmo dei loro coetanei; in questo modo, come ha ricordato Lorena Stablum capo-gruppo del gruppo Fai Val di Sole che ha poi consegnato gli attestati, l’Istituto comprensivo Bassa Val di Sole vanta ormai al suo attivo 4 anni di partecipazione alle Mattinate Fai d’inverno. Anche il dirigente scolastico Franco Vanin ha sottolineato la valenza formativa di questo modo alternativo di operare a scuola.

Piazza Madonna della Pace è il bene che la quinta di Dimaro ha scelto di presentare mettendo in luce aspetti finora in ombra; ora è uno spazio che favorisce l’intreccio di intense relazioni grazie alla presenza della Biblioteca, della scuola, delle moltissime associazioni ospitate nell’edificio della vecchia canonica e del teatro; un tempo, però, non era una piazza, c’erano degli orti, magari un sentiero ma soprattutto era uno spazio dove tutti si recavano a portare il latte perché c’era il caseificio, quell’edificio di tutti che quando s’è trattato di demolirlo non si sapeva chi fosse il proprietario e che i nostri Ciceroni hanno mirabilmente descritto in tutti i suoi locali servendosi del bellissimo modellino concreto realizzato in scala da Giuliano Mochen per spiegarne a fondo tutte le funzioni. (e.p.)













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