«Al punto nascite i soldi per aprire neurochirurgia» 

arco. «Piuttosto che spendere dei soldi pubblici per aprire neurochirurgia meglio utilizzare tali risorse per favorire la riapertura del punto nascite». È questa, in estrema sintesi, la posizione dei...



arco. «Piuttosto che spendere dei soldi pubblici per aprire neurochirurgia meglio utilizzare tali risorse per favorire la riapertura del punto nascite». È questa, in estrema sintesi, la posizione dei consiglieri comunali di minoranza Andrea Ravagni e Bruna Todeschi riguardo l’annunciata volontà della Provincia di aggiungere un nuovo reparto all’ospedale di Arco. «Nella prossima seduta del consiglio comunale verrà presa in esame la nostra mozione, depositata da tempo, riguardante la riapertura del punto nascite - spiegano Ravagni e Todeschi - alla luce del recente incontro fra Fugatti e i sindaci in Comunità di Valle al termine del quale il presidente della giunta provinciale ha dichiarato di non aver ricevuto istanze dai sindaci riguardo questa questione. La nostra idea è che a farsi promotori di tale istanza debbano essere i consigli comunali e non i singoli sindaci».

I due consiglieri comunali si dicono perplessi riguardo l’annunciata apertura di neurochirurgia: «La nostra preoccupazione nasce dalla paura che manchino i servizi essenziali per ospitare un reparto di questo genere, visto che non c’è la terapia intensiva, servirebbe un servizio di Tac e risonanza magnetica h24, senza contare l’equipe medica che necessiterebbe l’apertura di questo reparto. Quanti sarebbero i pazienti della zona? Gli altri verrebbero portati da Trento, magari depotenziando il Santa Chiara? Sono tanti i punti interrogativi mentre a nostro avviso se ci sono delle risorse da spendere in favore dell’ospedale di Arco queste andrebbero spese per favorire la riapertura del punto nascite. In questa situazione, poi, ci viene da chiedere quanto può durare ancora il reparto di Pma senza un reparto di neonatologia accanto?».

Altro punto dolente la Loppio-Busa, che tra l’altro si collega al tema sanitario. «Se proprio si voleva chiudere il punto nascite, almeno si doveva prima prevedere un vero collegamento con Rovereto. Senza la circonvallazione di Torbole siamo sicuri che quest’opera avrà una ricaduta positiva sulla viabilità della Busa? Il rischio è che si finirà per spostare semplice gli incolonnamenti arrivando a intasare soprattutto le strade dell’Oltresarca. È stato detto che per la doppia canna servirebbero due anni di stop del cantiere e venti milioni di euro in più. Quello dei soldi non deve essere un problema, visto che su questo territorio grandi attenzioni non ne sono mai state riservate, per il resto staremo a vedere chi, alla fine, avrà ragione».

«Se per il punto nascite di Cavalese si è arrivati alla riapertura senza tanti problemi – concludono i consiglieri - non si capisce perché non debba essere così anche per Arco».













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