Quei sindaci che giocano "all'italiana"



Ci sono un centinaio di sindaci trentini che mentono. Lo dice il presidente della Provincia Ugo Rossi. Sostengono di non avere un posto che sia uno per accogliere una famiglia di profughi dentro il loro Comune. E dicono che è difficile, anzi impossibile reperire questi alloggi. Conoscendo il contesto e sapendo che appena si parla di profughi tutti quanti rischiamo di alzare le antenne leghiste che abbiamo in noi, beh, possiamo anche un po’ capire questi sindaci, poverini. La verità però è proprio quella che afferma Rossi: quei sindaci dicono bugie. E le prove sono evidenti.

sindaci

Quel centinaio di sindaci se ne sta con le mani in mano: continuano a giurare e a spergiurare che no, che loro stanno facendo il possibile, che ci hanno provato in tutti i modi, ma che cosa ci vuoi fare, case qui non ne abbiamo e non ne troviamo.
1) I sindaci “mani in mano”
Il caso - esemplare, davvero - ce lo offre nientepopodimeno che Paride Gianmoena, il “capo” dei sindaci, ossia il presidente del Consiglio delle Autonomie, l’istituzione che raduna tutti i sindaci del Trentino. Ebbene lui, il capo dei sindaci, quello che se ne sta ad ogni incontro di fronte a tutti gli altri, mica con lo scettro, ma con il senso di responsabilità di chi può essere il termometro in un consesso dei sindaci; ebbene lui, Paride Gianmoena, sindaco di Varena, non è ancora riuscito ad accogliere uno, non uno (1) tra le centinaia di profughi giunti fin qui, in Trentino. Come il lettore saprà (sul tema scriviamo praticamente tutti i giorni) i Comuni trentini hanno delle quote prestabilite (dalla Provincia) per l’accoglienza in base ai posti assegnati direttamente dallo Stato. E Varena dovrebbe trovare spazio per 3 (dicesi tre) rifugiati. Nulla. Varena zero.
Paride Gianmoena, intervistato dal nostro Gianpaolo Tessari, è riuscito a inanellare una serie strepitosa di giustificazioni (“siamo un paesetto, ma noi cosa dovremmo fare, siamo dei facilitatori, ma si debbono trovare questi appartamenti e devono essere liberi, noi come Comuni mica abbiamo disponibilità di immobili, ci abbiamo provato, sembrava cosa fatta, adesso ci riproviamo, sarà la volta buona? per maggio no, per carità! giugno? mica posso promettere”) che mostra con chiarezza il livello di convinzione di Gianmoena e di quella flotta di sindaci.
2) I sindaci “appesantiti”
Poi ci sono i comuni come Rovereto (404 ospitati contro i 130 previsti) e Trento (568 ospitati contro i 388 previsti) - che certo, sono dotati di maggiori servizi, che hanno le spalle grosse, eccetera eccetera - che si prendono in carico i due terzi dei profughi ospitati sul territorio provinciale (mentre, insieme, Trento e Rovereto hanno meno di un terzo dei residenti sul territorio provinciale). E poi ci sono alcuni altri comuni che si sono dati da fare. Pochi, pochissimi.
3) I sindaci “virtuosi”
Poi ci sono i sindaci recentemente definiti virtuosi perché, all’improvviso, i loro Comuni, finalmente, hanno ingranato la marcia giusta e hanno reperito degli alloggi.
4) Dove si scopre che...
Ma è proprio questo terzo caso a dimostrare che ci sono tanti sindaci che mentono. Perché? Semplicemente perché proprio le zone “virtuose”, lo sono divenute nella maggior parte dei casi soltanto dopo che la Provincia aveva trovato una struttura proprio in quelle zone.
- È accaduto in Val di Sole, che è diventata straordinariamente accogliente non appena la Provincia ha individuato una struttura a Dimaro.
- È accaduto in Valle di Fassa, dove si è scatenato un mezzo inferno appena si è trovata una struttura a Soraga, e poi all’improvviso, ecco comparire degli alloggi.
- È accaduto a Fiavé, dove anche la Provincia stava recuperando una struttura.
- Ed è avvenuto anche a Pergine dove l’ipotesi che circolava era quella di mettere 70-80 ospiti a Villa Rosa o agli ex Artigianelli e a quel punto il sindaco Oss Emer ha trovato i giusti argomenti e ha sottolineato le giuste preoccupazioni per motivare i cittadini a reperire alloggi e distribuire in modo intelligente l’accoglienza.
Che poi i privati con alloggi sfitti non avrebbero tutta questa puzza sotto il naso nell’offrire i loro alloggi visto che per ogni rifugiato accolto viene data una cifra fra i 120 e i 150 euro al mese per l’affitto (mettete un alloggio per 6 persone, si può arrivare a 900 euro al mese, garantiti dallo Stato).

Insomma il caso dei “virtuosi all’improvviso” dimostra che i sindaci sono assolutamente in grado di trovare alloggi. E purtroppo dimostra che quella cosa che dicono tanti nostri sindaci, che continuano a riempirsi la bocca della nostra “diversità” di autonomia e autogoverno, di questa diversità “trentina”, di questa trentinità che ci differenzierebbe da un “certo tipo di italianità”, beh, è tutta una bufala. Perché questi sindaci si muovono proprio - come si suol dire - «all’italiana». Da furbetti. Altro che austro-ungarici nel dna, questi sindaci sono i soliti furbetti. Fanno finta di niente fino a quando non arriva l’acqua alta.
Eppure, distribuire l’accoglienza farebbe bene a tutti. Per non creare concentrazioni. Per non alimentare differenziazioni. Per ritrovare tutti dignità. E darne a chi è ospite. Mah. Cari sindaci, che delusione.













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