"Gipo Viani, molto di più"



“Questo libro va a letto come una biografia romanzata. Gipo Viani è morto nel gennaio 1969 senza lasciare alcun manoscritto, la sua versione è quella che avevo in testa io dopo aver raccolto per un paio d’anni informazioni su di lui”. Alberto Facchinetti, veneziano, è uno dei fondatori di inContropiede, piccola casa editrice di letteratura sportiva e scrittore appassionato. La versione di Gipo è il suo quinto libro (edizioni inContropiede, va da sè). Scorriamo i titoli dei 33 brevi quanto densi capitoli nei quali copertinail romanzo biografico è scandito. La suggestione risulta evidente. “Non vedo l’ora di salire sul treno per Milano. Roma per amore. Divento allenatore dal barbiere. Il poker di Siracusa. Vita grama e avventurosa durante la guerra. Il Vianema a Salerno. Hotel Gallia, nasce il calciomercato. Il ritorno a Roma. Alle Terme con Remo Galli. Brera un amico nemico, Dall’Ara un fratello maggiore. L’esordio di Pascutti. Lo scudetto al Milan. Il Real di Carniglia mi sfila la Coppa dei campioni. Scopro Rivera. Nicolè e la nazionale. L’Olimpiade di Roma. A Santos per Pelè. Dino Sani salva Rocco. Il caso David. Il coniglio più forte al mondo. I miei ragazzi diventati campioni. La morte è una fregatura. Wembley. A cena con Gualtiero Zanetti. Le baruffe con Carniglia. Di nuovo a pochi centimetri da Dio. Nervesa della battaglia. Fuffo. Il divorzio dal Milan. Janich viene a trovarmi in ospedale. Invito a cena Italo Cucci. Cuore matto. Il matrimonio”. Facchinetti non ha dubbi: il calcio italiano deve molto a Viani. Gli deve l’idea di aver cominciato a pensare in grande, di essere passato all’organizzazione manageriale, di aver creato sistemi di gioco e nuove figure dirigenziali, spartiacque tra il calcio italiano provinciale e quello padrone d’Europa degli anni Sessanta. Gli crea un alter ego al quale Viani racconta brandelli di una vita sempre al limite e rende omaggio a Giorgio Lago, il grande giornalista sportivo veneto. Scrive l’autore: “Gipo Viani è personaggio che unisce l’istrionismo e la freddezza di Mourinho, l’abilità affaristica di Moggi e la sfrontatezza mondana di Bobo Vieri. È stato tutti e tre insieme. È stato molto di più”.













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