Calcio, una storia planetaria



Ne abbiamo avute di storie del calcio. Alcune, quelle riferite al pallone di casa nostra, sono giustamente nella memoria (e nella biblioteca) di molti: Gianni Brera, Gian Paolo Ormezzano, Antonio Ghirelli, Mario Pennacchia. Ma il libro sfornato da Paul Dietschy, professore di storia contemporanea e Storia dello sport all'Università di Franche-Comté, animatore del seminario sulla storia dello sport al Centro di Storia di Parigi, è un qualcosa che forse non si era mai visto finora. Il suo Storia del calcio (edizioni Paginauno) è un monumento, una sfida titanica (vinta): raccontare in oltre cinquecento pagine la storia sì del calcio, ma in tutto il mondo. Dalla nascita codificata nell’Inghilterra vittoriana alla prima mondializzazione, dalla guerra totale allo spettacolo di massa, dal professionismo e le prime Coppe del mondo al ruolo delle dittature, dall’onda sudamericana al segnali dall’Africa, all’attuale spettacolarizzazione planetaria contrasstoriacalciosegnata dal ruolo decisivo (eccessivo, direbbe qualcuno) delle televisioni e del denaro. La certosina frequentazione degli archivi della Fifa, la documentazione sterminata (sono 26 le pagine dedicate alla bibliografia), le 1278 note che accompagnano il racconto, fanno di Storia del calcio un testo imprescindibile. Curioso che il calcio d’inizio del libro dia spazio all’articolo che Antonio Gramsci dedicò, il 15 maggio 1922, al “lutto di Genova”. Dove era in corso la Conferenza internazionale che cercava di regolare i grandi problemi economici lasciati dal primo conflitto mondiale. Ma il lutto a ben altro si riferiva: alla sconfitta del Genoa nella finale del Campionato Alta Italia. “Ventimila persone hanno assistito alla partita e hanno diffuso ovunque la triste novella. La passione di massa esiste”, scriveva il quotidiano rivoluzionario dell’epoca. Prologo per un viaggio nella storia dello sport che avrebbe accompagnato “il processo di occidentalizzazione del mondo”: di questo è certo Dietschy. La cui storia tocca aspetti anche minori e poco conosciuti, senza mai annoiare. Il regalo ideale per chi, amando il calcio, vuole anche capirlo. Guardando dietro la porta e al di là delle tribune.













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