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Scuola online, in Baviera caos. E una bella eccezione

Problemi tecnici e di coinvolgimento degli alunni. Ma spicca il caso positivo della Bavarian International School: «Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza cinese»


Jeanne Perego

Nella Baviera dell’Ausgangsbeschränkung, la chiusura della vita pubblica come misura di contenimento del contagio, una delle parole più ricorrenti nel Land è stata “scuole”. Sia perché la loro riapertura è sempre stata vista come il segnale di ritorno alla vita “normale”, sia per la situazione critica in cui si sono trovati i ragazzi appena c’è stata la chiusura.

Perso il senso della vita in classe, di vero e-learning -salvo scarse eccezioni - non se n’è vista l’ombra. Gli studenti dei ginnasi in tutto il Land hanno utilizzato il sistema di cloud Mebis, che all’inizio andava malissimo ed è stato pure hackerato, su cui hanno trovato il lavoro da fare, ma quasi nessuna lezione, a quelli delle elementari gli insegnanti hanno mandato attraverso altri cloud o per email i programmi settimanali con compiti da fare e letture, senza che poi -in gran parte dei casi- ci fossero riscontri da parte dei docenti. Ai bambini delle scuole materne se è andata bene sono arrivate filastrocche da imparare a memoria e gli auguri di Buona Pasqua. I genitori in lockdown hanno dovuto trasformarsi in insegnanti, sempre che in casa ci fosse la tecnologia necessaria per studiare: computer e stampanti, magari tablet. I casi svantaggiati purtroppo non sono mancati.

A pochi chilometri da Monaco l’eccezione: una scuola che è diventata il benchmark per tutta la Baviera, l’esempio cui guardare per cercare di trovare soluzioni diverse per l’apprendimento in situazioni di emergenza. Per gli studenti della Bavarian International School di Haimhausen, e del suo campus per i più piccoli a Monaco, il programma formativo non si è mai interrotto, neppure per i bambini dell’asilo . E non si tratta del solito e-learning. 1200 studenti dai 3 ai 18 anni da 56 nazioni, offerta curriculare dall’asilo alla maturità internazionale, rette annuali che lo posizionano nella fascia più alta delle scuole private in Germania, l’istituto che ha sede in un castello barocco utilizza un programma di apprendimento a distanza funzionante e invidiabile, sviluppato da direttori, insegnanti ed esperti IT e Tech.

«L’abbiamo chiamato Distance Learning per sottolineare l’importanza che diamo a un’attività per l’apprendimento che si svolge sia online che offline» spiega Chrissie Sorenson, direttrice della scuola. Il programma ha radici fin nel 2002, quando l’istituto abbracciò la formula tecnologica arrivando ad avere internamente un team IT e un helpdesk integrato, e, soprattutto, quando iniziò l’epidemia di SARS. Poi è stato perfezionato per poter gestire eventi in situazioni di crisi come quella, nel 2009/2010, dell’influenza suina. «Per mettere a punto il sistema per gestire l’apprendimento durante il coronavirus abbiamo iniziato a lavorare in gennaio -dice la Sorenson- e intensificato il lavoro durante le settimane bianche di febbraio. Abbiamo potuto far conto anche sulla collaborazione con le scuole internazionali in Cina, che si sono ritrovate a dover cessare l’insegnamento tradizionale molto prima di noi, il che ci ha evitato di fare molti errori».

Le giornate degli allievi della BIS, dotati di iPad o di MacBook, anche durante il lockdown si svolgono normalmente, il che dà loro sicurezza e stabilità. Il programma va dalle 9 alle 16 per i più grandi, e dalle 8.20 alle 15.20 per i più piccoli. Utilizzando piattaforme come Google Classroom, Google Meet Seesaw e Managebac, insegnanti (che lavorano da casa) e studenti si incontrano in video più volte durante la giornata, e i ragazzi sono in contatto tra loro proprio come quando sono in classe. I programmi ovviamente sono specifici per ogni fascia d’età. Se per i più grandi ci sono anche esperimenti di chimica e fisica, i piccoli hanno attività apposta per loro che stimolano curiosità e soddisfano la necessità di una routine. Sorge spontanea la domanda, in caso di una lunga crisi il sistema potrebbe essere applicato per ogni classe per un intero anno scolastico? «Posso rispondere con certezza: sì», dice Sorenson.