Eros e amore: la cura di Marion, il filosofo nella casa del grande filosofo

Uno dei più grandi pensatori contemporanei, prof alla Sorbona e a Chicago, tiene la sua “lectio magistralis” a Rovereto, nella Casa Natale di Antonio Rosmini



Ora è uno dei filosofi più importanti del mondo. Un filosofo che parla al cuore. O, se preferite, che «studia» il cuore. Perché crede nell’amore, amore come salvezza e, soprattutto, come esistenza. Perché Jean-Luc Marion (classe 1946, docente alla Sorbona, all’Università di Chicago e all’Institut Catholique di Parigi, nonché membro dell’Académie francaise) propone il rovesciamento della filosofia cartesiana: non è ripiegandoci su noi stessi («cogito ergo sum», penso dunque esisto), non è nel ripiegamento della coscienza che esistiamo, ma nell’esatto contrario. È l’altro, attraverso il suo amore, l’unico soggetto che può rendere forte l’io, forte contro gli assalti della vanità (e del ripiegamento), ed è «davanti all’altro che ama che l’io che è semplicemente certo di sè non resiste» .

Jean-Luc Marion, che è arrivato a Trento martedì, oggi terrà una lectio magistralis sul tema «La questione dell’amore». Un tema di attualità perenne, ma certamente uno dei temi che riguarda soprattutto il nostro tempo, che per Jean-Luc Marion è sopraffatto dal nichilismo. Ed è proprio l’amore, l’eros, che Jean-Luc Marion vuole porre al centro dell’attenzione, perché è la chiave di volta per vivere in pienezza l’umanità. A leggere nel profondo il messaggio di Marion l’amore è intimamente legato alla fede, tanto che il filosofo è stato nominato nel 2011 da Papa Benedetto XVI membro del Pontificio Consiglio della Cultura: una nomina che non è solo un’onorificenza, è davvero il tentativo (visto che Ratzinger è soprattutto un teologo) di far circolare all’interno della Chiesa il pensiero di Marion.

La formazione di Marion è ricca di incontri significativi, soprattutto durante gli anni dell'università quando conosce personalmente e viene influenzato da Levinas e da Derrida, con cui poi negli anni duellerà ripetutamente, in ultimo in una celebre tavola rotonda negli Stati Uniti.

«La sua produzione è vasta - scrive di lui Enzo Piro, che di Marion è stato allievo - e ha il merito di portare sulla scena del dibattito temi come l'amore, la donazione, il senso di vanità, il fenomeno erotico. Marion in particolare si confronta con la crisi contemporanea e col nichilismo, in cui vede la possibilità di una purificazione dagli idoli e di scoperta di Dio a partire dal suo nome più proprio, Amore. Marion si fa conoscere con uno dei suoi primi libri, “Dio senza essere”, in cui cerca di pensare, sulla scia di Levinas (il filosofo del «volto»), Dio libero da ogni idolatria o proiezione.

Marion si confronta in particolare col pensiero di Husserl e Heidegger, cui dedica una discussione serrata che prenderà corpo nel testo del 1989 intitolato Riduzione e donazione. La sua opera più importante si intitola «Dato che», in cui svilupperà in maniera rigorosa un vero e proprio pensiero del dono, inteso come il volto più profondo e autentico della realtà».

Nel 2003 Jean-Luc Marion scrive il fenomeno erotico, opera che susciterà accesi dibattiti in Francia, e che è una analisi profonda dell'amore, delle sue tappe, del suo concetto, che tenta di pensare in maniera non equivoca.













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