Die Antilope, la fuga dalla gabbia del quotidiano 

L’opera oggi e domani in prima italiana al teatro comunale di Bolzano Il regista è Dominique Mentha, la direzione dell’Haydn affidata a Walter Kobera


di Daniela Mimmi


BOLZANO. Victor è a una festa insulsa, claustrofobica, una di quelle noiose feste aziendali dalla quale vuole scappare. Lo fa nel modo più normale: saltando dalla finestra. Quindi inizia un suo personale e surreale viaggio nella notte, affrontando situazioni stravaganti, grottesche e divertenti, sempre sul filo del rasoio tra reale e irreale. Alla fine del suo viaggio torna alla festa, dove nulla è cambiato e il tempo sembra non essere trascorso. Victor, una sorta di Victor Krap nella Eleutheria di Samuel Beckett, o ancora il Bartleby di Scrivener di Herman Melville, è il personaggio principale. Nonchè l’unico a possedere un nome. Die Antilope apre la terza edizione di OPER.A 20.21, organizzata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, che quest’anno ha per titolo Escape From Reality. L’opera, in prima italiana, sarà al Teatro Comunale di Bolzano, oggi e domani, nell’allestimento originale di Lucerne Festival, Theater Luzern e Opera di Colonia, e coprodotto da Neue Oper Wien e Fondazione Haydn. Il regista è Dominique Mentha, mentre la direzione musicale dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento è affidata a Walter Kobéra. Già andata in scena con grande successo in prima assoluta a Lucerna nel settembre 2014 e poi all’Opera di Colonia, è stata composta da Johannes Maria Staud su testo dello scrittore tedesco Durs Grünbein. Staud (che parteciperà anche al convegno sui temi legati all’arte e alla cultura del nostro tempo, nonché alle sinergie culturali ed economiche e ai benefici che ne possono derivare per il territorio Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, oggi sabato 2 dicembre dalle ore 11.30 alle 17.30 presso l’Eurac di Bolzano), è nato nel 1974 a Innsbruck, e i suoi lavori sono stati eseguiti da Berliner e Wiener Philharmoniker, la Cleveland Orchestra e l’Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk, e ancora dal Trio Catch, Klangforum Wien, Ensemble Modern ed Ensemble Intercontemporain. Nel giugno 2017 lo Stuttgarter Ballett ha prodotto il balletto Kafka, con le coreografie di Marco Goecke e la Royal Danish Orchestra. Chiediamo a Staud di descriverci il suo personaggio, Victor. “Il problema più importante per lui, è la comunicazione. Lui sa parlare, sa comunicare, ma non vuole. Tanto che si inventa una lingua tutta sua. E’ un outsider, ma di un genere molto particolare: lui osserva tutto quello che gli succede intorno. Tutta l’opera gira intorno al personaggio di Victor, che dà coesione a tutti i quadri. Gli altri personaggi sono quasi accessori, restano nel background, ma lui deve comunicare con loro. Loro hanno un ruolo sociale che dovrebbe comprendere anche Victor, ma che lui rifiuta”. - Dove nasce il titolo, Die Antilope “Le antilopi sono animali che devono sempre scappare, devono sempre guardarsi le spalle, sono accerchiate dai nemici. Victor si sente molto vicino alle antilopi, con il suo strano linguaggio riesce a comunicare con loro. Si sente vicino alle antilopi perchè sono animali che fuggono, temono per la loro vita, ma sono tenaci! - Victor non vuole e non sa comunicare con il mondo “Lui parla, sa comunicare, ma non vuole comunicare secondo le regole comunicative imposte dalla società”. - Victor è in gabbia come l’antilope allo zoo “Sì, ma scappa dalla gabbia che è la festa, che è il suo ambiente di lavoro, dalla finestra” - C’è critica sociale Contro che cosa “Sì, la critica è contro il nostro sistema lavorativo ed economico, contro il capitalismo, contro le gabbie che chiudono dentro i lavoratori, isolandoli gli uni dagli altri”. – Di Antilope è anche una favola “Sì, potrebbe essere la versione moderna delle favole di La Fontaine, in cui c’erano animali che rappresentavano tutti i vizi degli uomini”. - Lei solitamente compone musica strumentale. E’ diverso comporre un’opera “Sì, è molto diverso perchè bisogna tradurre un contenuto, una storia in musica, bisogna raccontare una storia attraverso la musica. Ma è una cosa che mi piace molto”. – Cosa si aspetta dal pubblico dal pubblico bolzanino “Non lo conosco, ma spero che sia mentalmente più aperto di quello di Innsbruck. Questa è un’opera che non deve essere capita e affrontata da un punto di vista intellettuale. Il pubblico deve solo lasciarsi sorprendere. E saperla godere”.













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