Una Sanremo per Trentin Oss bodyguard A casa Moscon 

La classica di primavera. Domani riflettori puntati sul borghigiano della Mitchelton-Scott: «L’avvio di stagione è stato il migliore della mia carriera». Il perginese della Bora-Hansgrohe dovrà scortare i capitani Bennett e Sagan: «Saremo al via con l’obiettivo di ogni anno, vincere»


LUCA FRANCHINI


Trento. Tre vittorie sono già in saccoccia, una arrivata alla Vuelta Valenciana e due alla Vuelta a Murcia, nel primo spicchio di stagione. Ora manca un successo di peso, il trofeo di una Classica Monumento, da inserire in una bacheca in cui già campeggiano primi posti di tappa al Giro d’Italia, al Tour de France e alla Vuelta e pure una maglia di campione europeo, conquistata a Glasgow nell’agosto 2018.

Matteo Trentin ha il mirino puntato sulla Milano-Sanremo numero 110, dove è atteso protagonista anche Daniel Oss. Non ci sarà, invece, Gianni Moscon, costretto a rinunciare dopo il ritiro alla Tirreno-Adriatico, lontano dalla migliore condizione.

La tattica di Matteo

Trentin punta ad accendere la bagarre già sulla salita della Cipressa. Obiettivo primario, lavorare ai fianchi i velocisti. «Portarli in carrozza fino ai chilometri finali significherebbe partire battuto, o quasi – spiega il borghigiano, faro della Mitchelton-Scott – Per come vado in salita in questo momento, è preferibile alzare il ritmo già sulla Cipressa, costringere gli sprinter a uno sforzo extra».

Stando però attenti a non “saltare”. «L’anno in cui vinse Kwiatkowski, l’azione nacque proprio sulla Cipressa – aggiunge Matteo - Chi provò a seguirlo, rimase senza forze nel finale, io compreso. Sarà determinante saper leggere la situazione, ottimizzare ogni singolo sforzo. Anno dopo anno, il livello è sempre più alto ed è sempre più difficile fare selezione. Ecco perché è doppiamente importante correre bene».

Se dovesse “battezzare” una ruota, quale sceglierebbe? «Quella di Alaphilippe – replica Trentin – L’unico corridore che, in questo momento, può pensare di fare la differenza sul Poggio».

Il trentino della Mitchelton-Scott ha le idee chiare e, soprattutto, la gamba dei giorni migliori. «L’avvio di stagione è stato il migliore della mia carriera, non ho avuto intoppi e ho fatto tutto quello che dovevo fare – conclude Matteo – Alla Parigi-Nizza non ho vinto nemmeno una tappa (un terzo e un quarto posto per lui, ndr) e questo un po’ mi scoccia, anche se in almeno un’occasione ho sbagliato io. Ho comunque portato a casa ottime sensazioni, sono andato forte sia nelle tappe facili che in quelle più impegnative. Un ottimo segnale».

Daniel “spalla” di lusso

In gruppo, lungo i 291 chilometri che separeranno la partenza di Milano dall’arrivo a Sanremo, ci sarà anche Daniel Oss, fidata spalla di Peter Sagan. «Sarà una Milano-Sanremo incerta, come sempre – commenta il passistone della Bora Hansgrohe – È una delle classiche più semplici ma, al tempo stesso, una delle più difficili da vincere. Bisogna essere bravi a interpretarla, a seconda delle condizioni meteo e delle forze in campo. Siamo reduci da una Tirreno-Adriatico in cui non abbiamo raccolto vittorie, ma ottime sensazioni. Abbiamo una delle squadre più forti del lotto e possiamo dire la nostra in ogni situazione».

I capitani saranno di fatto due. «Sam Bennett è l’uomo indicato in caso di arrivo in volata, mentre Sagan ha forza e numeri per arrivare da solo o per imporsi in uno sprint a ranghi ristretti – spiega Oss - Gli altri saranno a disposizione e proveranno a fare un po’ di “casino”. Astana e Mitchelton-Scott proveranno a fare la corsa dura. Noi prenderemo il via con l’obiettivo di ogni anno, vincere».

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