Trentin regista, il titolo a Nizzolo 

Ciclismo, gli Europei di Plouay. Nella prova in linea dei professionisti perfetto lavoro di squadra degli azzurri, capitanati dal borghigiano L’Italia fa il bis dopo il successo in mattinata di Elisa Balsamo nella gara Under 23, con Letizia Borghesi 11esima ed Elena Pirrone 38esima


LUCA FRANCHINI


L’Italia ha corso per Giacomo Nizzolo. E Nizzolo ha vinto: campione italiano domenica a Cittadella, campione europeo ieri a Plouay grazie a uno sprint regale, orchestrato alla perfezione da Trentin, Cimolai e Ballerini. Il brianzolo non ha fallito l’obiettivo. Ha battuto il favorito numero uno, il padrone di casa Arnaud Demare, e il tedescone Pascal Ackermann. Due che di volate se ne intendono. L’Italia è stata squadra, dal primo all’ultimo chilometro, e ha conquistato il terzo titolo continentale consecutivo. Nel 2018 era toccato a Matteo Trentin, nel 2019 a Elia Viviani. Ora a Nizzolo, che si è dimostrato ideale finalizzatore. Che il team del C.t. Davide Cassani puntasse sul velocista della NTT Cycling lo si era capito già a 30 chilometri dall’arrivo, quando davanti – in un gruppetto di una decina di atleti – si erano trovati ben tre azzurri, ovvero Trentin, Diego Ulissi e Davide Ballerini. Tre pezzi da novanta. C’era lo scomodo compagno di viaggio Mathieu Van der Poel, ma l’azione sembrava poter essere quella buona.

Le parole di Matteo Trentin

«Provare la fuga in quel tratto del percorso era rischioso – ci ha spiegato Trentin nel dopo gara – Si andava verso l’arrivo e il gruppo sarebbe riuscito ad andare più forte di noi. E non tutti collaboravano. Non ci siamo tirati indietro, semplicemente c’erano punti migliori dove provare l’azione».

Oltre che ideale capitano, come fu agli Europei 2018 e ai Mondiali dello scorso anno, Trentin si è confermato impeccabile regista. Tra i -30 e i -20 chilometri all’arrivo, il vice campione del mondo in carica ha replicato ai due attacchi sferrati dall’indiavolato Van der Poel. Stesso trattamento, poco dopo, è stato riservato al norvegese Bystrom, con cui il valsuganotto è rimasto al comando per qualche chilometro.

L’Italia ha controllato l’intera corsa, spalleggiata dalla Francia. Nei chilometri finali, dopo che Edoardo Affini e Giovanni Visconti avevano esaurito il loro compito, il treno azzurro ha preso il comando delle operazioni. Ulissi ha tenuto alta l’andatura fino ai -2 km dal traguardo, poi ci ha pensato Trentin.

Sul rettilineo conclusivo è toccato a Cimolai e a Ballerini, che ha lanciato alla perfezione il capitano designato dell’Italia (che domenica lo aveva battuto agli Italiani) e ha poi chiuso sesto. Nizzolo ha fatto il resto, primo con mezza ruota di vantaggio su Demare e qualcosa di più su Ackermann.

«Secondo i piani, Ulissi, Ballerini ed io dovevamo chiudere sui vari attacchi – ha commentato un soddisfatto Trentin - Nell’ultimo giro, qualora non fosse successo niente, avremmo dovuto lavorare tutti uniti per Nizzolo. Così è stato e lui ha finalizzato alla grande».

Manca la maglia iridata

A Cassani va dato il merito di aver creato un gruppo. Nella speranza che, grazie a questa compattezza, gli azzurri riescano presto a portare a casa anche una maglia iridata. L’ultima è datata 2008, conquistata a Varese da Alessandro Ballan.

La vittoria della Balsamo

Quella di ieri è stata anche la giornata della piemontese Elisa Balsamo, che ha conquistato il titolo di campionessa europea Under 23, succedendo nell’albo d’oro alla trentina Letizia Paternoster. La ventiduenne piemontese della Valcar, già campionessa del mondo Junior a Doha nel 2016, ha vinto alla Nizzolo, battendo allo sprint l'olandese Lonneke Uneken e la danese Emma Cecilie Jogensen. Anche in questo caso, la vittoria è stata di squadra, con il prezioso contributo della bolzanina Elena Pirrone (quarta lunedì nella cronometro) e della trentina della Val di Non Letizia Borghesi, undicesima all’arrivo alle spalle dell’altra azzurra Chiara Consonni.

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