i trentini a pyeongchang/4

Stefano Gross: «Scio da medaglia. Non vado in Corea per il quarto posto»

Il fassano non è mai salito sul podio in stagione: «Ma il mio gap da Hirscher e Kristoffersen è diminuito»


di Luca Franchini


Quattro anni fa a Sochi, Stefano Gross arrivò con appena 5 centesimi di ritardo all’appuntamento con la medaglia, quarto alle spalle di Michael Matt, Marcel Hirscher ed Henrick Kristoffersen, che salirono rispettivamente sul primo, secondo e terzo gradino del podio. Giovedì 22 febbraio il fassano ci riproverà, con l’obiettivo di andare a prendersi quel che gli era sfuggito in Russia nel 2014. Il 31enne slalomista delle Fiamme Gialle sta rifinendo la preparazione al Sestriere e mercoledì prossimo spiccherà il volo verso Pyeongchang: la condizione fisica è buona, motivazioni e stimoli non mancano. Quel che è mancato, finora, è l’acuto, che Gross conta di trovare proprio sulle nevi coreane, lui che nella stagione in corso ha centrato due sesti posti, a Val d’Isere e ad Adelboden, due settimi posti a Wengen e Schladming e un nono a Campiglio, poi 11esimo a Kitzbühel e 18esimo a Levi, con una sola uscita di pista a Zagabria.

«Da mercoledì mi sto allenando al Sestriere, dove rimarrò fino a sabato – spiega il finanziere di Pozza di Fassa – Poi tornerò a casa e mi riposerò un po’, prima di salire sull’aereo per la Corea».

Quattro anni fa la medaglia sfumò per appena 5 centesimi, quelli che la separarono dal terzo posto del norvegese Kristoffersen. Quella medaglia, ora, vuole provare a prendersela.

«In una normale gara di Coppa del Mondo un quarto posto può essere considerato un buon risultato, a un’Olimpiade no – spiega – Non vado a Pyeongchang per un altro quarto posto. Vado per il podio, l’unica cosa che conta ai Giochi. Le ultime gare non sono andate come volevo, ma in alcune manche ho dimostrato di potermela giocare con i migliori».

Pensa davvero di poter contendere una medaglia ai migliori?

«In questa stagione non sono ancora riuscito a mettere in campo la mia sciata, eccezion fatta per la prima manche dello slalom di Val d’Isere, dove ero al comando a metà gara – argomenta il fassano – I primi vanno forte e attualmente c’è un gap abbastanza marcato tra me e loro: non è solo, però, perché sono andati forte loro, ma anche perché io sono andato piano: ho commesso troppi errori nelle gare di gennaio e, quando non arrivano i risultati, viene a mancare la tranquillità. Da come sto sciando negli ultimi giorni, penso che il gap non sia più quello. Ormai ho trent’anni e capisco quando vado forte. Devo però riuscire a fare in gara quello che faccio in allenamento».

Cosa le è mancato finora?

«La capacità di adattarmi alle diverse condizioni della neve, che sono cambiate da una gara all'altra – replica Gross – Hirscher e gli altri sono stati più bravi di me a farlo. Nel complesso ho sempre lavorato bene, ma mi è venuta a mancare quella fiducia che solo un risultato importante più darti».

Sta provando qualche soluzione particolare legata ai materiali?

«La pista su cui stiamo sciando al Sestriere dovrebbe essere simile per caratteristiche a quella olimpica – replica Gross – Stiamo facendo dei test sia sugli sci che sugli scarponi. Le sensazioni sono molto buone e ho ritrovato la fiducia che avevo smarrito il mese scorso. So che per centrare il grande risultato dovrò fare la gara perfetta ma so anche che, per provare a farlo, bisogna essere al top. Mi sento bene e sono pronto a provarci».

La medaglia d’oro pare già avere un padrone, Marcel Hirscher. Con Kristoffersen in scia.

«Hirscher e Kristoffersen hanno rifilato quasi sempre un secondo e mezzo di distacco a tutti gli altri, ma penso che nella gara olimpica sarà differente. A un’Olimpiade tutti vanno al 100%, nessuno fa calcoli e, non a caso, spesso arrivano delle sorprese. Non so nemmeno quanto possa essere bello arrivare ai Giochi da favorito, anche se Hirscher è Hirscher: la differenza, oltre che con la tecnica, la fa con la testa. Si adatta a ogni condizione e situazione, è rapido anche in quello. Sotto quell’aspetto io ho fatto molta più fatica di lui. Lì devo ancora migliorare. Sono salito dieci volte sul podio in slalom in Coppa del Mondo e qualche volta mi sono messo alle spalle anche gli atleti che ora stanno dominando la scena. Non è facile, ma di sicuro non mi va di prendere due secondi ogni domenica. Ci sono le Olimpiadi, ancora tre slalom di Coppa del Mondo. Voglio confermarmi nel primo gruppo, stare davanti. Non voglio gareggiare per i quinti e i sesti posti».

Lo slalom verrà disputato a Yongpyong, su una pista che lei s non conosce, ma che potrebbe fare al caso suo, quanto meno nella parte alta.

«Non sono mai stato in Corea e non conosco la pista olimpica – conclude il fassano – Da quanto mi è stato riferito, la prima parte dovrebbe essere impegnativa, si parte subito sul ripido. Poi ci sarà il piano finale, ma bisognerà capire quanto è piano, quanto è lungo e, soprattutto, saperlo interpretare al meglio».

Per provare a trasformare il legno di Sochi in un pregiato metallo coreano.

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