Riva, Cristina Mitola è la prima allenatrice 

Il presidente Toccoli: «È preparatissima e noi siamo felici» 


di Daniele Loss


TRENTO. Nell’estate del 1999 l’estroso Luciano Gaucci, storico presidente del Perugia, che da poco aveva rilevato anche la Viterbese (serie C1), affidò la conduzione tecnica della compagine laziale a Carolina Morace. Il mondo del calcio italiano venne sconquassato da qualcosa che nessuno aveva mai “osato” fare prima. L’avventura della Morace, icona del calcio femminile non solo in Italia ma nel mondo, durò pochissimo, appena due partite ufficiali (vittoria contro il Marsala e sconfitta contro il Crotone), poi fu lei stessa a rassegnare le dimissioni.

Il calcio, ad alti livelli, non era ancora “pronto” per una donna alla guida di una formazione maggiore maschile. E, purtroppo, forse non lo sarà mai, anche se qualcuno che prova a sparigliare le carte c’è. Ci ha provato il Clermont, formazione di serie B francese che qualche anno fa affidò la squadra alla portoghese Helena Costa, mentre il Galatasaray, nella stagione 2012 - 2013, ingaggiò Dyugu Erdogan quale “vice” di Fatih Terim. Negli altri sport è una “normalità” e, tanto per citare un esempio, basti pensare all’ex cestista americana Becky Hammon, che nell’ormai lontana stagione 2001 - 2002 indossò la maglia del Rovereto Basket in quella che è stata la sua unica esperienza nella Penisola. Ebbene, dal 2014, la Hammon è una dei “primi” assistenti di Gregg Charles Popovich, uno dei “guru” dell’Nba, sulla panchina dei San Antonio Spurs.

Torniamo al calcio, stavolta a quello di casa nostra perché c’è chi, in estate, ha deciso di rompere ogni “muro” e di affidare la panchina della propria prima squadra ad una donna. Anzi, un’allenatrice, anche se a Riva del Garda la chiamano “coach”. Il motivo è semplice: Cristina Mitola, ex calciatrice professionista, già tecnico di diverse formazioni giovanili e della Rappresentativa provinciale femminile, è un’allenatrice preparata, competente e con trascorsi agonistici che pochi tecnici possono vantare alle nostre latitudini.

«È tutto molto semplice – commenta Claudio Toccoli, presidente del Riva del Garda –: abbiamo individuato in lei il profilo giusto per guidare la nostra prima squadra formata quasi esclusivamente da ragazzi giovanissimi (domenica, nello sfortunato esordio in campionato, sono stati impiegati ben 14 atleti classe 2001, ndr), che hanno bisogno di essere allenati da una persona competente e con la giusta mentalità. Con Cristina c’è stata subito intesa e a lei è piaciuto il nostro progetto. Siamo partiti con tantissimo entusiasmo e siamo contentissimi della scelta che abbiamo fatto».

I giocatori come hanno reagito? «Assolutamente bene – prosegue Toccoli – e a loro abbiamo imposto le stesse regole degli anni scorsi: la guida tecnica va rispettata, punto e basta. Così come pretendevamo dodici mesi fa con Ribaga e due anni or sono con Weidling. Qualcuno ci schernisce, altri ci danno dei matti, ma a me e ai dirigenti importa meno di zero. Cristina è preparatissima, si aggiorna di continuo, ha trascorsi calcistici di assoluto spessore ed è una grande lavoratrice sul campo. Rifaremmo questa scelta altre cento volte».

Il mondo del calcio è “pronto” per una donna in panchina? «M’importa poco – conclude Toccoli –: noi lo siamo e siamo felicissimi».

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