GIUSTIZIA SPORTIVA

Pugni, testate e bestemmie sui campi di calcio trentini 

Grande lavoro per il Giudice Sportivo: sei mesi ad un dirigente della Solandra, tre giornate per il linguaggio blasfemo anche per l’allenatore del Lavis Bandera


di Daniele Loss


TRENTO. Un vero e proprio… “bollettino di guerra” sportivo. Super lavoro, questa settimana, per il Giudice Sportivo regionale, costretto ad infliggere squalifiche e sanzioni piuttosto pesanti. Il provvedimento più significativo è quello che riguarda Aldo Vigilio Nella, dirigente della squadra Juniores della Solandra, che partecipa al campionato provinciale di categoria, squalificato per sei mesi, in quanto - come si legge nella sentenza - «in disaccordo con un provvedimento disciplinare arbitrale, entrato in campo, si rivolgeva al direttore di gara con frase oltraggiosa e lo spintonava lievemente. Alla notifica del provvedimento conseguente, inscenava un atteggiamento arrogante e aggressivo, facendo sospendere la gara per circa cinque minuti, offendendo ripetutamente l'arbitro. Rientrato sul terreno di gioco, dopo aver forzato il cancello di accesso, intercalava una sequela di offese con linguaggio blasfemo».

In Eccellenza tre turni di squalifica per Mauro Bandera, allenatore del Lavis, «per il suo comportamento estremamente offensivo ed ingiurioso nei confronti dell’arbitro e per le ripetute bestemmie profferite» e stesso stop è stato inflitto al calciatore rossoblù Gianluca Maran. 

Nel torneo di Prima Categoria quattro giornate di squalifica per Cristian Armani (Pinzolo Valrendena) perché «al termine della gara, colpiva un avversario con una testata all’altezza della bocca, senza rilevanti conseguenze». 

Post partita agitatissimo per la sfida tra Alense e Benacense valevole per il campionato Juniores Elite. La società lagarina è stata sanzionata con 300 euro di multa «per responsabilità oggettiva in quanto, durante la rissa che si accendeva a fine gara, un giocatore non individuato, colpiva con un pugno al volto un dirigente della società Benacense e nessuno aiutava l’arbitro a individuare il colpevole», e il calciatore rivano S.Z., squalificato per quattro turni in quanto “al termine della gara, dopo aver deriso un avversario, gli tirava un calcio alla gamba, provocando una rissa che si risolveva solo con l'intervento dei propri compagni».

 













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