CALCIO E VIOLENZA

"Picchiati dai tifosi e dai poliziotti"

Il ct dell'Albania De Biasi racconta degli scontri avvenuti ieri a Belgrado tra la sua squadra e la Serbia: "Mai visto nulla di simile"



BELGRADO. Dopo la sospensione per incidenti della partita Serbia - Albania monta la polemica. I disordini sono cominciati poco prima dell’intervallo quando l’arbitro Atkinson è stato costretto a sospendere il match dopo un fitto lancio di petardi e fumogeni da parte dei tifosi serbi. A quel punto la situazione è degenerata irrimediabilmente: sopra il campo è comparso un drone con una bandiera kosovara. Il giocatore della Serbia Mitrovic l’ha strappata e gettata via e in breve è cominciata una rissa in campo, con i giocatori dell’Albania a scagliarsi contro il serbo, difeso dai compagni, tra cui Kolarov e Nastasic. Atkinson, nel tentativo di sedare gli animi, ha così deciso di sospendere il match. Dopo uno stop di circa 40 minuti, la sospensione è diventata definitiva.

La partita era considerata ad altissimo rischio per gli strascichi della guerra del Kosovo. «Non ho mai visto nulla di simile», il commento di Gianni De Biasi, ct dell’Albania, al quotidiano spagnolo “As”. «Da quando è stato sospeso il match siamo stati rinchiusi dentro lo spogliatoio perché un centinaio di tifosi, ma anche alcuni delle forze dell’ordine, hanno picchiato quattro nostri giocatori. C’erano 4mila persone che hanno scavalcato le barriere. È una situazione molto strana, non ho mai visto nulla di simile». Un elicottero ha poi prelevato Cana e compagni portandoli all’aeroporto di Belgrado. Tra i tifosi serbi è riapparsa anche una vecchia conoscenza del calcio italiano: Ivan Bogdanov arrestato a Genova nel 2010 per i disordini di Italia-Serbia. Condanna “senza se e senza ma” di Platini e Blatter e apertura di un procedimento disciplinare da parte dell’Uefa sui fatti accaduti.













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