CALCIO

"Per il calcio parcheggiamo auto e ci autotassiamo"

Sono le ragazze dell'Azzurra femminile che per pagarsi la Serie B si inventano lavori e procacciano sponsor una per una


Luca Pianesi


TRENTO. Giocano in Serie B da due anni; questa stagione sfideranno l’Inter che tra le sue punte può vantare anche la figlia del grande Beppe Baresi, Regina, prolifico attaccante promessa del calcio femminile; a domeniche alterne sono costrette a trasferte in tutto il Nord Italia dall’Alto Adige al “varesotto” e tutto rigorosamente “a gratis”, anzi, autotassandosi, raccogliendo fondi come parcheggiatrici, organizzando vendite di gruppo di materassi, cercando ognuna un piccolo sponsor che possa permettergli di portare avanti la loro grande passione: il calcio. Stiamo parlando della squadra femminile dell’U.s. Azzurra, una società che può vantare 22 atlete iscritte provenienti da tutta la provincia (e non solo, hanno giocatrici che fanno le pendolari anche da Verona e da Bolzano), e che possano sfoggiare un palmarès di tutto rispetto: negli ultimi 6 anni (la società è stata fondata nel 2007) le ragazze oggi agli ordini di mister Fabrizio Manfrini (in passato di Grazia Trentin) hanno ottenuto ben 2 promozioni, una dalla serie D alla C e un’altra dalla C alla B.

«Eppure ogni giorno è una battaglia - racconta Aurora Defrancesco, ex giocatrice, oggi dirigente della squadra - perché non è per nulla facile riuscire a tenere in piedi una società di calcio femminile. Almeno qui in Trentino. In Alto Adige il movimento è in continuo sviluppo. Possono contare su molte bambine che vanno poi a formare i settori giovanili e successivamente le prime squadre. Qui, invece, le cose sono diverse. Le bimbe che vogliono giocare a calcio devono farlo con i maschietti fino a 14 anni e poi sono costrette a passare direttamente nelle prime squadre femminili perché le under19 sono praticamente inesistenti. Questo perché mancano le risorse e una pianificazione di sistema. Noi stesse siamo sempre con l’acqua alla gola. Partecipare a un torneo di calcio come la Serie B, infatti, è molto costoso: solo l’iscrizione vale circa 18 mila euro, poi ci sono le trasferte che ogni anno portano via sui 6.000 euro di noleggio pullman e altrettanto di pranzi e pasti. Per fortuna abbiamo una società, l’Azzurra del presidente Piffer, che ci aiuta e ci supporta. Ma proprio perché 7 anni fa sono stati così gentili da accoglierci non vogliamo minimamente gravare sulle loro spese».

Ed è così che le ragazze dell’Azzurra hanno cominciato a ingegnarsi in tutte le maniere possibili pur di reperire risorse autonome. «D’inverno facciamo le parcheggiatrici per i mercatini di Natale per conto del Comune - prosegue Aurora - e durante la stagione tutte le ragazze cercano sponsor di ogni tipo. Abbiamo anche ospitato una ditta di Bolzano per pubblicizzare privatamente dei materassi. Alleniamo i “piccoli amici” dell’Azzurra, partecipiamo all’organizzazione dei tornei giovanili e alle lotterie. Questo da un lato ci impegna molto, ma dall’altro ci unisce e ci rafforza facendoci diventare qualcosa di più di una squadra di calcio. Simo una vera famiglia». Una famiglia che domenica, in casa (a San Bartolomeo inizio alle 14.30) cercherà di fare lo sgambetto al Valpolicella squadra appena retrocessa dalla Serie A. «Ci proveremo - conclude Defrancesco - ma la cosa più importante per noi resta giocare e scendere in campo».













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