Oss e Sagan, un legame speciale 

Ciclismo. Il 32enne perginese sta “scortando” il tre volte campione del mondo verso la settima maglia verde al Tour Assieme già ai tempi della Liquigas, alla Bora-Hansgrohe hanno ricreato una coppia vincente. A suon di musica rock


luca franchini


Peter Sagan e Daniel Oss. Il campione affermato, lo showman per eccellenza del gruppo da una parte. Il fidato gregario dall’anima rock dall’altra. Uno alza le braccia al cielo, l’altro lo pilota verso nuovi successi e traguardi. Due modi differenti di vincere, ma Sagan e Oss vincenti lo sono entrambi e lo stanno dimostrando anche in questi giorni al Tour de France, dove lo slovacco corre verso la conquista della settima maglia verde della carriera.

Vincenti e stravaganti

Due vincenti, si diceva. Nella mentalità, ma anche nello stravagante modo di fare ciclismo. Quello che piace al pubblico e che, prima alla Liquigas e poi alla Bora Hansgrohe, ne ha riempito di trofei le bacheche. Oltre a essere compagni di squadra, Oss e Sagan sono diventati grandi amici, legati da un feeling che va oltre lo sport e che coinvolge anche la sfera delle passioni, quella per la musica in primis.

Era l’anno 2009 quando Oss era al Tour de Pologne. «Ero a cena con i compagni di squadra – spiega il perginese – Il nostro team manager ci presentò Sagan, dicendoci che l’anno successivo avrebbe corso con noi. Mi sono detto “e questo chi è?”». L’anno successivo Sagan approdò alla Liquigas. «Mi sono bastati pochi allenamenti per capire che stava nascendo un campione» racconta il perginese.

«Appena arrivato in squadra – aggiunge Sagan – non parlavo bene l’italiano. Daniel mi aiutò fin da subito, mi correggeva se sbagliavo».

Le strade dei due si sono separate nel 2013, quando Oss andò alla Bmc. «Io ero ancora giovane – spiega Sagan – Per Daniel si trattava di un’opportunità importante, quella di avere un ruolo di primo piano in una grande squadra. Non ero triste, ma felice per lui».

Di nuovo assieme

Fu però una parentesi di qualche anno, perché non c’è Sagan senza Oss, né Oss senza Sagan. I due si sono ritrovati nel 2018 alla Bora Hansgrohe, dove hanno ripreso a correre e vincere insieme. «Si trattava di una nuova sfida, da condividere con vecchi amici, Peter su tutti – racconta Oss - Non è facile cambiare squadra e trovare subito il giusto feeling con l’ambiente. Per me è stato così». Cosa lega così tanto Sagan e Oss? «Tante cose – replica il trentino – Abbiamo gusti musicali molto simili, ma soprattutto abbiamo la stessa mentalità, lo stesso modo di correre e interpretare il ciclismo. Tra noi c’è molta interattività. Siamo due persone a cui piace scambiare opinioni e abbiamo tante cose in comune».

«Non dormiamo assieme – aggiunge Sagan – ma a colazione, a cena e in allenamento Daniel e io siamo costantemente assieme. Lui ha sempre fatto il massimo per me e lo apprezzo tantissimo. Mi ha aiutato a tirare fuori qualcosa in più».

Quel “qualcosa in più” che al Tour 2019 potrebbe regalare allo slovacco la settima maglia verde. Da condividere con l’amico Daniel. A suon di rock.

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