O’Fenomeno non s’illude «Itas grande favorita»

Samuele Papi, sei scudetti in bacheca, “legge” la sfida tra Piacenza e Trento «Se giocano come sanno non c’è storia, cercheremo di allungare la serie»



TRENTO. Di scudetti “O Fenomeno” se ne intende molto. Non per niente Samuele Papi di tricolori se ne è messi sul petto ben 6, con lui spesso e volentieri protagonista assoluto in maglia Sisley Treviso.

«Quello dell'Itas – afferma lo schiacciatore marchigiano classe 1973 – è un ciclo importante come lo è stato quello della Sisley. È un ciclo vincente costruito nel tempo, con pazienza e puntando su un gruppo di giocatori. I cambiamenti sono pochi e ben mirati anno dopo anno, inserendo sempre in squadra un giocatore molto forte. In più è rimasto sempre lo stesso allenatore in tutti questi anni che ha portato idee giuste ed una mentalità vincente. Non si arriva per caso a sei finali scudetto di fila, noi cercheremo di allungargli la sofferenza il più possibile».

Perché ora, per il secondo anno di fila, “Samu” Papi veste il biancorosso di Piacenza e domani prende il via una finale scudetto con la Copra che molti dicono sarà sfida equilibrata. «Speriamo sia così, noi ovviamente daremo tutto quello che abbiamo. Ma dipende molto anche da Trento, perché se noi dovessimo giocare al nostro livello e l'Itas al suo allora per noi sarà dura riuscire a spuntarla. Ma non avendo nulla da perdere ci proveremo fino all'ultimo».

Itas favorita quindi?

«Assolutamente sì».

In molti prevedono una finale scudetto contrassegnata dalla battuta, arma fondamentale per ambedue i sestetti.

«Ormai il servizio è un vero e proprio fondamentale d'attacco, Trento ha battitori formidabili ma anche noi in battuta in semifinale abbiamo fatto bene con Simon, Holt e Fei. Per noi battere bene è importante per limitare il loro potenziale d'attacco, viceversa però a loro serve servire bene per limitare il gioco al centro dove Holt e Simon sono in un ottimo stato di forma. Sarà poi molto bello vedere all'opera due alzatori sudamericani di grande qualità come Raphael e De Cecco».

Avete disputato una buonissima regular season ma poi nei playoff siete letteralmente esplosi, giocando una ottima pallavolo: cosa è accaduto?

«Durante la stagione siamo cresciuti tanto, abbiamo lavorato sodo e partita dopo partita abbiamo preso sempre più convinzione dei nostri mezzi. In semifinale è vero che noi abbiamo disputato delle ottime partite, ma è altrettanto vero che la Lube ha giocato gare al di sotto delle proprie possibilità. Noi siamo stati bravi ad approfittarne ed a chiudere la serie in tre gare, una cosa difficilmente ipotizzabile prima delle semifinali».

La sua ultima finale scudetto l'ha giocata nel 2007, ora arriva al termine di una stagione più che positiva per la Copra.

«È una bellissima occasione, difficilmente pronosticabile ad inizio campionato. Quest'anno abbiamo vinto la Challenge Cup senza perdere nemmeno un set ed ora siamo qua, abbiamo sbagliato solamente una gara ovvero il quarto di finale di Coppa Italia con Modena».

Ma in generale come le è sembrato il livello del campionato?

«Rispetto alle ultime stagioni credo sia un po' sceso. Non nella parte alta della classifica, dove le prima cinque squadre sono sestetti di primissimo piano, mentre nel resto delle squadre qualcuno con il discorso del blocco delle retrocessioni ha investito meno ma forse ora daranno fiducia a giovani giocatori ». (n.b.)

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