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Marcialonga, Eliassen e Norgren dominatori assoluti

Italiani distanti: addirittura 48esimo il primo, Brigadoi 

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Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. La prima volta del norvegese Petter Eliassen, il tris della svedese Britta Johansson Norgren, alla 46esima Marcialonga. Con il russo vincitore uscente Chernousov appena 18esimo, la Granfondo di Fiemme e Fassa torna “riserva di caccia” esclusiva degli scandinavi e praticamente vietata agli italiani. I due leader delle classifiche generali della Visma Ski Classics, Britta Johansson Norgren e Petter Eliassen, hanno adottato strategie di gara analoghe: in testa a dettare il ritmo a suon di spinte dal primo all’ultimo dei 70 chilometri del tracciato. Condotta che è apparsa corretta nel caso della Norgren fin dal giro di boa di Canazei, quando la svedese ha cambiato passo, sopportando per qualche chilometro la compagnia della connazionale Lina Korsgren e poi lanciandosi tutta sola verso il traguardo di Cavalese, dove ha preceduto di oltre un minuto la Korsgren e di più di due primi la norvegese Astrid Oeyre Slind. Più azzardata era parsa, invece, quella di Eliassen, con gli avversari – in particolare i rosanero del team del tre volte vincitore Gjerdalen – poco disposti a dargli un solo cambio, evidentemente convinti di poterlo staccare sulla salita della Cascata. E invece è proprio nei due chilometri conclusivi che il 33enne svedese vincitore della Vasaloppet 2015 ha aperto il gas, staccando nettamente i rivali e trionfando a braccia alzate in viale Mendini davanti al connazionale Andreas Nygaard (a 30”) ed allo svedese Oskar Kardin (a 45”). Ai piedi del podio l’uomo con i Ray-Ban Gjerdalen, addirittura solo 18esimo a oltre 6’ il vincitore dell’edizione 2018, il russo Ilya Chernousov. Al solito attardatissimo il primo degli italiani, ancora una volta lo “spazzacamino” fiemmese del Team Robinson Trainer Trentino Mauro Brigadoi (48esimo a oltre 11 minuti, a precedere di pochi secondi il compagno di squadra Francesco Ferrari. L’unico highlight di una cronaca altrimenti avarissima di colpi di scena è, appunto, la straordinaria impresa di quello che a questo punto potremmo chiamare dominatore del circuito internazionale delle granfondo. Eliassen e Nygaard hanno occupato le primissime posizioni del gruppo dei migliori – selezionatissimo già ai 3 km – fin dal tratto ascendente tra Moena e il giro di boa di Canazei. Nel frattempo, la gara femminile vedeva al comando un gruppo ridotto addirittura a sole sei sciatrici, le uniche ad andare avanti a spinte: la ceca Katerina Smutna e la Slind davanti, subito dietro la Norgren con Korsgren e l’illustre polacca Justyna Kowalczyk, giunta a Moena nella notte da Lahti, dove fino a sabato era impegnata con la Nazionale giovanile del suo Paese. Tornando alla gara maschile, a Pozza si vede davanti Tord Asle Gjerdalen, ma Eliassen non gli dà spazio. Al giro di boa di Canazei lo stesso leader della generale conduce un gruppo di 20 unità del quale fanno parte tutti i migliori, mentre hanno già una cinquantina di secondi di ritardo il vincitore uscente Chernousov e i “nostri” Ferrari e Brigadoi; la gara femminile registra invece l’attacco deciso della Norgren, che allunga assieme alla connazionale Korsgren, le altre faticano a tenere il passo delle prime due. La leader è incontenibile e a Pozza di Fassa, a suon di poderose sbracciate, si toglie dalle code anche la Korsgren: è l’azione decisiva, perché nessuna riuscirà più ad avvicinare la Johansson Norgren. Come abbiamo già sottolineato, speculare la condotta di gara di Eliassen, che a Soraga prova ad andarsene assieme a Berdal e Gjerdalen, poi riagganciati da un altro terzetto. Il successivo ricongiungimento del gruppo dei migliori, a Moena, lascerebbe presagire una flessione di Eliassen, che invece a Predazzo allunga nuovamente con il connazionale Anton Karlsson, Kordin e Nygaard. L’elastico si riaccorcia poco dopo, ma ai 6 km il capoclassifica è di nuovo al comando con Nygaard, Kordin e Gjerdalen: è il quartetto che si giocherà la vittoria. Eliassen la mette al sicuro sulle prime rampe della salita della Cascata: Gjerdalen “salta”, Nygaard e Kordin limitano i danni e conquistano il podio. Qualche minuto dopo la corona d’alloro finisce sul collo di Britta Johannson Norgren, ancora più netta l’affermazione della svedese nei confronti di Korsgren e Slind. Poi in viale Mendini è cominciata la festa vera, quella dei 7000 “bisonti” della Marcialonga













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