Calcio

La “bufera plusvalenze” si abbatte sull’Inter: nel mirino anche la vendita di Andrea Pinamonti

Blitz della Guardia di Finanza nella sede della società neroazzurra e in quella della Lega Calcio: sotto la lente di ingrandimento la cessione di una decina di giocatori, tra cui quella del bomber noneso

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TRENTO. La “bufera plusvalenze” si abbatte anche sull’Inter e nel mirino della Guardia di Finanza finisce anche la compravendita del campione noneso Andrea Pinamonti, in forza all’Empoli dopo aver giocato con l’Inter negli anni scorsi.

Il nuovo scandalo del calcio è andato in scena di prima mattina, quando i militari della Guardia di Finanza hanno fatto acquisizioni di documenti nelle sedi dell'Inter e della Lega nell'ambito di un'inchiesta nata dalla Procura di Milano sulle plusvalenze della società nerazzurra relative agli anni 2017/19. L'indagine è a carico di ignoti per false comunicazioni sociali.

L'operazione dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, come si legge in un comunicato del procuratore facente funzione Riccardo Targetti, è finalizzata ad «acquisire documentazione relativa alle cessioni» da parte dell'Inter «dei diritti pluriennali sulle prestazioni di taluni calciatori» che riguardano gli esercizi di bilancio 2017-2018 e 2018-2019. L'intento di inquirenti e investigatori è «verificare la regolarità della contabilizzazione delle relative plusvalenze». L'ipotesi di reato, spiega ancora Targetti, per la quale sono in corso «le indagini preliminari, nei confronti di ignoti, riguarda il delitto di false comunicazioni sociali».

Nell'inchiesta a carico di ignori della procura di Milano che oggi ha portato la Gdf a effettuare acquisizioni presso la sede dell'Inter e della Lega Calcio si stanno facendo accertamenti su plusvalenze di 100 milioni relative a due annualità, 2017/18 e 2018/19, per la cessione di una decina di giocatori di fascia medio-bassa, alcuni anche delle giovanili.

In particolare, gli investigatori stanno facendo accertamenti sui bilanci di quegli anni, tra il 2017 e il 2019, nel corso dei quali le plusvalenze hanno inciso per il 10% dei ricavi. Plusvalenze che si sarebbero generate soprattutto con le cessioni di giocatori di fascia medio bassa, anche delle giovanili, che potrebbero essere stati “sopravvalutati” nelle operazioni di compravendita tra Inter e altre squadre.

Nell'ipotesi d'accusa, tutta da verificare, iscrivere quelle plusvalenze potrebbe essere servito per “abbellire” i conti della società per quegli anni. Se le passività, ossia i costi dei giocatori, vengono ammortizzati su più anni, le plusvalenze vengono iscritte nel singolo anno e incidono sui ricavi del bilancio.

Oggi la Gdf è andata ad acquisire tutti i documenti relativi alle operazioni che hanno generato plusvalenze per l'Inter in quegli anni, compresi i contratti delle compravendite che sono depositati in Lega calcio. L'indagine è autonoma, ma si muove sulla falsariga di quella aperta dai pm di Torino sulle plusvalenze della Juve.

Ci sono anche le operazioni che riguardano il portiere romeno Ionut Radu e l'attaccante Andrea Pinamonti, tra quelle finite sotto la lente della Procura di Milano nell'indagine per falso in bilancio a carico di ignoti con al centro le plusvalenze dell'Inter. Da quanto si è appreso sono una decina le cessioni e scambi di giocatori su cui la magistratura, che oggi ha delegato la Gdf a effettuare acquisizioni nelle sedi del club neroazzurro e della Lega Calcio serie A, intende far luce.

Sui circa 100 milioni di euro di plusvalenze, realizzate dall'Inter con una decina di operazioni tra cessioni e scambi di giocatori tra il 2017 e il 2019, la Procura di Milano punta a verificare se siano state effettuate vendite “gonfiate”, ossia col valore dei calciatori ceduti o scambiati “pompato” per truccare i bilanci con una “window dressing”, un'alterazione dei rendiconti utile a fornire una migliore apparenza della situazione societaria.

Una presunta “cosmesi” che potrebbe essere servita - è l'ipotesi tutta da verificare - per rientrare nei parametri del “fair play finanziario” per partecipare alle competizioni europee.













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