IN OGNI CASO È L’ULTIMA SFIDA-VERITÀ

Il 60° incontro tra Trentino Volley e Lube è finito con la schiacciante vittoria dei cucinieri e conseguente fine del cammino trentino in Champions League. I campioni d’Italia, presi per mano da un...



Il 60° incontro tra Trentino Volley e Lube è finito con la schiacciante vittoria dei cucinieri e conseguente fine del cammino trentino in Champions League. I campioni d’Italia, presi per mano da un super Osmany, hanno impiegato meno di un’ora a sbrigare, con una sin qui “inedita autorità”, la pratica Diatec. Curiosità: la partita per noi è iniziata male con un muro di Christenson su Lanza ed è finita peggio con due muri ed un ace al passivo negli ultimi tre punti. Il tutto davanti a un pubblico scarso e, visti gioco e risultato, sempre più distratto da altri eventi sportivi. Sulle tribune, infatti, dopo un esodo parziale, trionfo di cellulari sintonizzati sulla partitissima Real Madrid-Juventus e un occhio distratto su un match senza significato che non finiva più.

Un bravo collega ha paragonato la Diatec contro Lube a un rubinetto rotto che ha continuato a gocciolare punti di svantaggio. Quella che abbiamo visto è una Diatec senza mordente, scarica, imprecisa, persino irritante. Sia chiaro nessuno pretendeva di andare a Kazan a disputare una semifinale europea senza speranza, ma di giocare in casa una partita decente sì! Basti pensare che è stata leggermente migliore quella sorta di amichevole, pure questa persa- disputata contro le riserve Lube dopo il 2-0.

Pensiero, dunque, rivolto a quella che potrebbe oggi essere l’ultima partita della Diatec 2018. La Sir è reduce da una massacrante trasferta (5mila chilometri) a Novosibirsk, città siberiana di un milione e mezzo di abitanti (terza più grande città della Russia) , 5 ore la differenza di fuso orario rispetto all’Italia. Dopo aver fatto deragliare la Lokomotiv, Perugia proverà a chiudere la pratica-scudetto con Trento. È l’ultima sfida-verità. Se la Diatec vince si giocherà tutto mercoledì a Perugia, in caso contrario fine di un’annata da “non ricordare”, conclusa anche meglio di quello che a dicembre pareva.

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