Ciclismo

Giro d'Italia 2017, partenza dalla Sardegna

Tre trappe sull'isola: la Alghero-Olbia di 203 km, la Olbia-Tortolì di 208 km e la Tortolì-Cagliari di 148 km


Antonio Simeoli


MILANO. La maglia rosa sulle spalle dell’inattaccabile Kruijswijk a tre giorni dalla fine, la magia del Colle dell’Agnello, l’olandesone contro un muro di neve, la pazzesca rimonta di Nibali. Sono passati meno di quattro mesi dal finale thrilling del Giro d’Italia e già si pensa alla prossima corsa rosa. Non sarà una qualsiasi perché l’edizione numero cento si annuncia già scoppiettante.

Gli spifferi di maggio, infatti, sono diventati una porta spalancata: il Giro  partirà con tre tappe dalla Sardegna, il prossimo maggio saranno dieci anni dall’ultima partenza dall’Isola. Vi ricordate la spettacolare cronosquadre della Maddalena con Danilo “Epo” Di Luca che manda a quel paese il giovane Enrico Gasparotto perché, tagliando per primo il traguardo del trenino Liquigas, soffia al capitano la prima maglia rosa? Bene, a naso, il sangue dei ciclisti sembra naturale e il giovane Vincenzo Nibali, apprendista campione proprio alla Liquigas, è diventato campione vero. Un’altra apprendista star, stavolta all’Astana, ne sta seguendo le orme: Fabio Aru.

Nove anni fa era andato con la sua mountain bike ad Alghero per assistere al passaggio di una delle tre tappe nella sua isola. Aveva 17 anni. Il prossimo anno il vincitore della Vuelta 2015, secondo al Giro dello stesso anno ma reduce dal flop al Tour de France, sogna di fare il Nibali.  Mercoledì a Milano era l’ospite d’onore alla presentazione delle prime tre tappe della corsa rosa. Si partirà il 5 maggio con la lunga (203 km) Alghero-Olbia. Il giorno dopo altra sciroppata di chilometri (208) fino a Tortolì. Terza fatica sull’isola quindi fino a Cagliari, 148 km dopo i quali i corridori s’imbarcheranno con molta probabilità verso la Sicilia, con un’accoppiata tra le grandi isole senza precedenti. Del resto, per l’edizione numero 100, qualcosa di grande Mauro Vegni, il capo del Giro, si doveva inventare. C’è da far concorrenza al Tour e rintuzzare la remuntada della Vuelta Espana.

«Il problema della prima tappa - ha detto Aru - sarà il vento. Dovremo presentarci alla partenza abbastanza preparati». Poi la domanda più attesa: quella su Nibali. Certo, perché Vegni sta lavorando al grande duello in salsa italiana tra il campioncino (Aru) e il campione (Nibali), che ha lasciato l’Astana per correre in proprio con la squadra griffata Bahrain. Per invogliare “il tamburino sardo” a prendere parte al Giro (decisione scontata vista la necessità del campione di ri-decollare dopo la delusione del Tour) il Giro partirà da casa sua. E per Nibali? Appunto, ecco la Sicilia, che manca dal 2011 sulle carte della corsa rosa. Contador diede una scoppola a Nibali su quell’Etna che il siciliano scorgeva da bimbo dalle strade dei suoi allenamenti sull’isola. Sarà il vulcano il teatro del primo-vero duello tra Nibali e Aru e gli altri pretendenti alla centesima maglia rosa?

Lo si saprà il 25 ottobre, quando tutta la cavalcata in giro per l’Italia (saranno toccate quasi tutte le regioni con salite mitiche come Mortirolo, Stelvio e Oropa) sarà svelata e si saprà pure quale televisione trasmetterà la corsa. Sì, perché ora al timone di Rcs c’è l’editore Urbano Cairo, timoniere de “La7”. Che è stato serafico: «È la grande competizione che tutti vorrebbero avere. Cercheremo di far diventare ancora più bello il Giro anche per gli sponsor». Tira aria d’asta con la Rai. Sarà assegnata la maglia rosa dell’etere prima che quella su strada.

Twitter: @simeoli1972

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