la sentenza

Doping: per il trentino Piccoli c’è l’assoluzione

Processo Lampre, ieri la sentenza: tutti assolti gli indagati tranne l’ex biker di Cavalese Gilmozzi (5mesi) e il farmacista Negrelli (8mesi)


di Luca Pianesi


TRENTO. Sette anni di indagini, due di dibattimento, indagati eccellenti (da Saronni a Cunego, da Ballan a Bruseghin), superperizie, intercettazioni telefoniche, un’eco mediatica enorme e ieri la sentenza: tutti assolti tranne il farmacista Negrelli (condannato a 8 mesi) e l’ex biker di Cavalese Sebastian Gilmozzi (5 mesi con pena sospesa). Il “processo Lampre”, quello che doveva dimostrare l’esistenza di un “doping di squadra” e di un “sistema” teso ad alterare le prestazioni di svariati ciclisti si è concluso in una bolla di sapone. E tra quelli che possono, finalmente, tirare un sospiro di sollievo c’è anche l’ex professionista, Mariano Piccoli.

Per il trentino l’accusa aveva chiesto 1 anno e 6 mesi di reclusione. Il tribunale di Mantova ha deciso, invece, per l’assoluzione. Al centro dell’inchiesta c’era la farmacia di Mariana Mantovana, gestita da Guido Nigrelli, farmacista amico di vecchia data dell’ex campione di ciclismo e all’epoca dei fatti geral manager della Lampre, Giuseppe Saronni. Secondo l’impianto accusatorio attorno a questa farmacia nel tempo si sarebbe venuta a costituire una vera e propria centrale del doping che oltre a coinvolgere la squadra della Lampre (che si appoggiava effettivamente a Nigrelli per l’acquisto di medicine lecite e non dopanti, tutte accompagnate da regolare fattura, e per i test atletici del preparatore Sergio Gelati) avrebbe coinvolto anche atleti “minori” e ciclisti non professionisti. Tra questi anche l’ex biker di Cavalese Sebastian Gilmozzi per il quale l’accusa aveva chiesto, come per Piccoli, una condanna a 1 anno e 6 mesi .

«Non possiamo che essere soddisfatti - spiega l’avvocato di Gilmozzi, Mauro De Pascalis - perché dalla richiesta di 18 mesi siamo arrivati a una condanna a 5 mesi con pena già sospesa (non dovrà scontarla ndr). Certo spiace che in questo maxi processo con decine di indagati eccellenti l’unico a rimanere con il “cerino” in mano sia proprio lui. Comunque se l’accusa era partita col sostenere che Sebastian era uno di quelli che commercializzava le sostanze dopanti per Negrelli alla fine è stato accertato che di commercializzazione non c’era traccia e che la sua responsabilità nella vicenda era in realtà minima». La condanna di Gilmozzi, infatti, nasce dal fatto che gli inquirenti, dopo un appostamento, avevano intercettato il cicloamatore Roberto Messina con delle fialette contenenti, secondo l’accusa, sostanze dopanti prelevate dopo che lo stesso si era incontrato proprio con Gilmozzi. Un caso isolato, secondo il tribunale di Mantova, comunque sufficiente a condannare l’ex biker.

«Adesso aspetteremo le motivazioni della sentenza - completa l’avvocato De Pascalis - e decideremo se procedere con l’appello o meno. Sebastian, comunque, è rimasto molto segnato da questo processo ma ritengo oggi possa uscirne finalmente a testa alta».

Assoluzione, invece, per Mariano Piccoli. «Siamo molto contenti - ha commentato l’avvocato dell’ex professionista, Nicola Degaudenz - perché questa sentenza ci dà il destro anche per l’appello nel processo di Trento (Piccoli a settembre è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per essersi procurato e aver somministrato alla sua squadra, il Gs Trentino-Ballan sostanze vietate ndr). In quel caso, infatti, sono state utilizzate, tra le prove contro Mariano, anche le intercettazioni telefoniche, tra lui e il farmacista Negrelli, che in questo processo hanno portato alla sua assoluzione. Frasi senza importanza dove si faceva riferimento a integratori e medicinali assolutamente leciti. Attendiamo le motivazioni della sentenza. Intanto, entro la prossima settimana, depositeremo l’appello alla sentenza di Trento». Tutti assolti gli altri indagati con formula piena, o “perché il fatto non sussiste” o “perché non costituisce reato”.

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