TENNIS

Chiesa, il 2018 da top 200 parte agli Australian Open 

La trentina nel 2017 ha scalato 300 posizioni nel ranking Wta: «Cambio di allenatore, 4/5 chili in meno e un sacrificio anche a livello sentimentale»


di Maurizio Di Giangiacomo


La nuova guida tecnica (i fratelli Piccari, già allenatori dell’altoatesina Karin Knapp); e un’attenzione maggiore all’alimentazione, che le è valsa 4/5 chilogrammi in meno (nello sport sono tanti). Sono i piccoli e grandi sacrifici che – assieme alla separazione dal fidanzato “storico” Gianluigi Quinzi – sono valsi a Deborah Chiesa un 2017 da tennista rampante e la consegneranno al 2018 con un ranking da top 200: grazie alla vittoria all’Itf da 25 mila dollari di Zawada, in Polonia, la prossima settimana la 21enne trentina salirà con ogni probabilità al 188esimo posto della classifica Wta.

Guardando a quella dalla quale aveva iniziato l’anno che ormai volge al termine, Chiesa può vantare un progresso pari a più di 300 posizioni e puntare alle qualificazioni degli Australian Open del prossimo mese di gennaio.

«All’inizio dell’anno, non era certo un traguardo credibile – spiega Deborah, appena rientrata in Italia – Avevo appena cambiato allenatore e ho saltato tutto il mese di gennaio per un infortunio. Invece ho trovato grande continuità e sono arrivata a ridosso della posizione 220-215. A ottobre avevo già fatto molto, conquistando quattro finali Itf e vincendone due, ma a quel punto ho deciso di giocare ancora. Ho cambiato superficie, passando al cemento: ho fatto fatica e in Polonia non mi aspettavo un exploit del genere: invece mi sono trovata benissimo e ho vinto grandi match, conquistando l’accesso tra le prime 200 del mondo. A questo punto la partecipazione alle qualificazioni degli Australian Open è certa».

Con tre titoli Itf è cambiato qualcosa anche a livello economico?

«L’aiuto maggiore arriva sempre dai miei genitori – prosegue la Chiesa – ma adesso a qualche torneo vado in pari. Sponsor non ne ho ancora, c’è un rimborso da parte della Federazione, la Tabella Premio: me la sono guadagnata sia l’anno scorso che quest’anno e il prossimo anno dovrebbero sostenermi ancora di più».

Con i fratelli Piccari è cambiato molto, vero?

«Non che a Rovereto mi trovassi male, anzi, ma ad Anzio c’è più professionalità. Sono seguita di più nel corso dei tornei, che poi è quello che fa la differenza. Hanno allenato la Knapp, sanno quali sacrifici vanno fatti per arrivare in alto».

E lei ne ha fatti molti?

«Stare lontana dai miei genitori, con i quali ho un rapporto meraviglioso. Ho 21 anni, ma in pratica è la prima volta che abito da sola. Il vero sacrificio non è certo non uscire alla sera, quanto piuttosto l’alimentazione: da maggio sono calata 4/5 chili e in campo mi sento meglio. E poi non sto più con Gianluigi: è stato doloroso, ma non c’erano più punti d’incontro e dovevo scegliere se dedicarmi seriamente al mio tennis o fare la fidanzata, accanto a lui».













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»