I calendari

Calcio trentino in salute, i numeri lo confermano

Il presidente del Comitato provinciale Ettore Pellizzari mostra fiducia e conferma che il Trento farà la Promozione


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. Domenica 30 agosto il calcio regionale e provinciale apre i battenti. Durante quella domenica pomeriggio di pallone il Trento Calcio debutterà, a Cles, contro l’Anaune Val di Non. Prima giornata del campionato di promozione. Una promozione che, in molti dei presidenti delle squadre avversarie del Trento - presenti ieri mattina a Villa Madruzzo per la presentazione ufficiale dei calendari -, danno già nelle mani della società del capoluogo.

Perché il Trento, si sa, avrebbe desiderato tanto partecipare al campionato di eccellenza e la rosa allestita è già di quella categoria. Il prossimo 30 agosto, però, la squadra del presidente Giacca dovrà accontentarsi di scendere in campo nella serie inferiore. Nessun ripensamento dell’ultima ora da parte del comitato provinciale trentino e, almeno di clamorose sorprese di qui a fine mese, il Trento è iscritto e giocherà in promozione.

A confermarlo è il numero uno della federcalcio trentina, Ettore Pellizzari: «Le norme sono state rispettate; il Trento è regolarmente iscritto al campionato di promozione e, salvo ritiri dell’ultima ora che mi sento di scongiurare, i calendari rimarranno tali».

Presidente, è soddisfatto dei numeri del calcio trentino?

«Sì. Siamo riusciti a rispettare la tabella di marcia e presentare per tempo i calendari. I numeri sono dalla nostra e, salvo piccolissime flessioni che comunque non intaccano il saldo positivo rispetto a tre stagioni fa, si confermano quelli dell’anno scorso. A parte il rinvio di qualche partita di coppa, partiamo senza intoppi».

Come sta il calcio dilettantistico della nostra provincia?

«Sta bene e resiste. Ci manca il professionismo ma siamo ben lieti e felici di rappresentare in pieno questo territorio provinciale. In Italia si sono perse quasi 2.000 società di calcio negli ultimi tre anni. Una vera ecatombe. In Trentino, invece, siamo riusciti a mantenere pressoché invariati numeri e organici. Per fortuna la crisi economica non ha inciso a tal punto da far morire delle società. Manca, è vero, il grande calcio, che sicuramente può costituire un traino per tutto il movimento, ma può anche portare a situazioni disastrose. Inoltre, veicolando su di sé quasi tutte le attenzioni, comprese quelle economiche, può far mancare il sostegno alle piccole. L’eventuale presenza di una squadra professionistica è, dunque, da valutare attentamente».

Lei l’anno passato ha sostenuto l’elezione di Carlo Tavecchio a presidente federale. Come giudica ora il suo primo anno di mandato in seno alla Figc?

«Tavecchio, nel giro di un anno, ha saputo ribaltare i giudizi negativi che avevano accolto la sua elezione. La sua presenza al timone di comando è ora più solida. La federazione è però formata da sette componenti che, spesso, ragionano e si comportano come dei partiti. A Tavecchio il compito di mediare, ma non può certo dipendere tutto da lui. Il calcio professionistico sta attraversando una situazione particolarmente difficile, ciò nonostante ritengo che sia fondamentale il rispetto di regole certe e comuni».

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