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Rovereto, il volontariato si impara a scuola: lezioni pratiche sul territorio per 30 studenti del Rosmini

Dopo le lezioni in aula si sono impegnati con l’Amalia Guardini e il Cedas. Le loro testimonianze



ROVERETO. In questi giorni è partita la parte pratica di “Passi di solidarietà sul territorio”, un progetto che rientra nel programma di alternanza scuola-lavoro del liceo Rosmini e anche nell'area specifica dell'educazione civica.

Il progetto coinvolge gli studenti della classe 3a e 3c dell’indirizzo linguistico del liceo, chiamati a un'esperienza che li porta da un lato a conoscere alcune realtà del sociale attive sul territorio, a promuovere la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, e dall’altro ad essere coinvolti in azioni concrete di solidarietà sul proprio territorio.

Come spiega la professoressa Laura Caldiroli, responsabile del progetto, si tratta di un'iniziativa che vuole anche aiutare i ragazzi ad "uscire" da questo periodo di pandemia.

«Sono ragazzi che non hanno mai potuto fare un viaggio d’istruzione insieme, ragazzi che hanno potuto godere per pochissimo tempo la "normalità" della scuola. Mi dicevano : “Prof, essere adolescenti in questo periodo di Covid è davvero orribile". Da qui l'idea di conoscere due cooperative / fondazioni presenti sul territorio e di usare l'alternanza scuola-lavoro come tramite per aiutare queste realtà. Sto parlando della cooperativa sociale Amalia Guardini e CedAS, centro d’ascolto di Caritas».

Nelle ore di lezione, supportata e aiutata dai due consigli di classe che hanno appoggiato l’iniziativa, la professoressa Caldiroli ha accompagnato gli studenti ad approfondire i concetti di solidarietà, cittadinanza attiva e volontariato.

Ha organizzato delle uscite sul territorio per conoscere la cooperativa “Amalia Guardini” e il “Centro di Ascolto” di Rovereto. Infine ha chiesto ai ragazzi di svolgere almeno una decina di ore di servizio presso uno di questi enti.

«Ho proposto loro di svolgere il servizio nella realtà che preferivano per aiutare concretamente chi ha più bisogno, per portare un po' di bene in questo periodo un po' grigio – commenta l'insegnante - . Perché spesso è facendo qualcosa di buono per gli altri, insieme, che il cielo un po' si "rasserena" ed è possibile andare oltre il momento grigio che magari si può vedere».

Dei quaranta studenti delle due classi, in trenta hanno aderito alla proposta e dopo una parte formativa più specifica, hanno iniziato a svolgere una decina di ore di volontariato alla fine del primo quadrimestre e che potrà continuare nel secondo.

«Sono rimasta molto stupita del numero di adesioni al progetto – racconta Caldiroli – Ho dovuto impegnarmi per permettere agli studenti di Arco e di Riva di poter effettuare il loro servizio anche nei Cedas di quelle comunità, sia per dare a tutti la concreta possibilità di partecipare, sia perché mi sembrava bello che ogni studente potesse conoscere e aiutare il proprio territorio«.

C'è chi al CedAs di Rovereto si è occupato di preparare i regali di Natale per le famiglie più bisognose, per il Portico e gli ospiti della casa Km 354 (14), che verranno distribuiti direttamente dai ragazzi insieme agli operatori, due ragazzi hanno invece prestato le loro ore di servizio al negozio Altr'uso. Sei studenti si sono occupati di affiancare gli educatori in alcuni laboratori dell’Amalia Guardini e 8 sono stati impegnati al Cedas di Riva del Garda e di Arco nel preparare i pacchi alimentari per le famiglie con difficoltà, nel magazzino dei vestiti e nel trasloco di una sede.

«Ci è piaciuto molto riuscire a far parte attivamente della comunità sostenendo anche in maniera semplice ma essenziale le persone più bisognose. – spiegano Federica e Maryam, studentesse della 3 ALN - Siamo contente di aver iniziato questo progetto e soprattutto di avere la possibilità di continuarlo. È un’esperienza che consigliamo a tutti per avere una visione di altre realtà». 













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