il caso

“Gender” e scuola, il Consiglio provinciale respinge la mozione di sfiducia all’assessore Bisesti

Ha ottenuto 21 no, 11 sì e l'astensione di Ugo Rossi dopo un lungo dibattito in aula



TRENTO. La mozione di sfiducia 583/XVI all'assessore Bisesti firmata da Zanella, Maestri, Manica, Zeni, Marini, Demagri, Dallapiccola, Degasperi, Coppola e Olivi è stata respinta con 21 no, 11 sì e l'astensione di Ugo Rossi. Il consigliere Zanella in replica ha affermato che la posizione reazionaria dei consiglieri è legittima, ma quando si vieta di trattare nelle scuole dei temi si arriva alla censura. Censura che l'UE condanna come ha fatto nel caso ungherese dove è stata proposta una legge simile a quella di Cia - Guglielmi. L'assessore Bisesti, che rappresenta tutti gli studenti, non può appoggiare un ddl che è stato definito dal presidente dei presidi pericolosissimo. Il divieto di aprire ad alcuni temi, ha ricoordato, ha reso perplessi gli stessi rappresentanti del Forum delle famiglie. Per la Consulta dei genitori è inaccettabile escludere dalla scuola queste tematiche. L'ideologia "gender", ha continuato Zanella, non esiste ma è usata come spauracchio. Pro Vita, ha aggiunto, aggiorna mensilmente l'elenco di presunti fatti avvenuti nelle scuole, creando un "indice" dove vengono inserite università e centri di ricerca come Erickson. Un'ideologia etero patriarcale, per l'esponente di Futura, che ritiene che legittima solo l'identità sessuale corrispondente al sesso biologico. Si parla di indottrinamento, mentre non è possibile farlo. Invece, il divieto di parlare della prospettiva di genere nelle scuole impedisce anche la discussione di temi come le differenze di trattamento economico tra uomo e donna.

In dichiarazione di voto Marini ha ribadito che Bisesti andrebbe sfiduciato per il suo appoggio ad un ddl reazionario.

Rossi, annunciando l'astensione, ha aggiunto che su questi temi è sbagliato dividersi tra noi e voi. E ha affermato che se qualcuno può legittimamente sostenere che nella scuola trentina si fanno iniziative con le caratteristiche descritte dal disegno di legge, quindi difformi dalla delibera del 2017 che prevede le informazioni e la possibilità di non partecipare, ci si deve chiedere cosa abbia fatto l'assessore in questi anni per ostacolarle.

Cia ha detto in conclusione che fatti riprovevoli sono accaduti e ha sottolineato la differenza tra chi sostiene la famiglia tradizionale e chi la ritiene un costrutto culturale.

Giorgio Tonini (Pd) ha detto di votare la mozione di sfiducia perché Bisesti ha il dovere di tenere fuori la scuola dallo scontro politico. In particolare dalla politica di bassa lega. Il tema è quello di tenersi alla larga da ogni strumentalizzazione politica, in particolare su materie come quelle inerenti la sfera sessuale. Bisesti ha fatto un errore a partecipare alla conferenza stampa perché rappresenta un'autorità scolastica che ha il dovere di tenere lontana la scuola dalla polemica politica.

Filippo Degasperi ha detto che l'appoggio di Bisesti al ddl è di fatto un atto di sfiducia nei confronti della scuola trentina. Mentre Mara Dalzocchio ha sottolineato che chi ha la maggioranza ha il diritto di portare avanti le proprie idee, anche sulla scuola e non è certo scandaloso un assessore che difende la libertà delle famiglie.













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