Povertà, all'Inmp in 10 anni pazienti italiani dal 6 al 43%



(ANSA) - ROMA, 14 DIC - In dieci anni circa, da gennaio 2008 a luglio 2018, sono passati dal 6 al 43% gli accessi di pazienti italiani all'Inmp, Istituto per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà. Lo ha evidenziato Concetta Mirisola, direttore generale dell'Inmp, in occasione della cerimonia di Natale dell'Istituto con un pranzo insieme ai pazienti che si è svolto oggi a Roma alla presenza del ministro della Salute Giulia Grillo. In generale, i pazienti italiani sono stati 57.842 e gli stranieri 111.088. "In totale - spiega Mirisola - sono sono stati oltre 450mila gli accessi dal 2008 al 2018.    Mediamente oggi anno vediamo circa 20mila pazienti, che arrivano nel nostro ambulatorio che è aperto ogni giorno, dal lunedì alla domenica. C'è una facilità nell'accesso alle cure che è molto importante. Facciamo anche medicina di prossimità: i più fragili, i poveri, le persone che vivono per strada devono essere avvicinate. I nostri medici arrivano nelle zone più degradate a curare i pazienti e portarli all'interno dell'istituto. Oggi questa festa è una modalità di empatia nei confronti dei pazienti, che si rivolgono a noi non solo per la salute". "Questo pranzo - ha aggiunto il ministro Grillo- va oltre la solidarietà e va a sottolineare però anche l'importanza di questo valore all'interno della nostra società e come principio fondante e ispiratore della nostra Costituzione e in particolare dell'articolo 32 a cui siamo molto affezionati e che ricordiamo in tutti i contesti. L'articolo 32 tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e dell'interesse della comunità" . "Il grado di progresso di una civiltà - ha concluso - si vede da come interagisce con le fasce più fragili della popolazione.Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle diciamo sempre che nessuno deve rimanere indietro. La nostra politica, anche con il reddito di cittadinanza, parte proprio da questo. Il tema della salute è molto collegato al reddito pro capite, e' un determinante di salute come lo è l'istruzione".    (ANSA).   









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