Ingrossamento prostata, solo 1 paziente su 5 segue terapia



(ANSA)- ROMA, 14 OTT - Sono più di 6 milioni gli italiani colpiti da ipertrofia prostatica benigna, cioè l'ingrossamento della prostata, fino all'80% degli uomini tra 70 e 80 anni. Solo un paziente su cinque però (il 22,4%) segue correttamente le terapie. La scarsa adesione ai trattamenti è dovuta anche alla sottovalutazione dei sintomi, considerati legati all'età. Molto spesso si ricorre al "fai da te", rischioso perché alcuni sintomi dell'ipertrofia prostatica benigna sono comuni al cancro della prostata. Le conseguenze di una mancata aderenza alle terapie arrivano fino alla ritenzione urinaria acuta e a un ricorso al bisturi. È emerso in un focus dedicato alla patologia al congresso della Società italiana di urologia a Venezia. Al congresso sono stati anche presentati i risultati di uno studio, sul World Journal of Urology, svolto su più di 100 pazienti, che ha dimostrato il ruolo di un farmaco, l'estratto esanico di Serenoa repens, nel ridurre di circa il 30% l'infiammazione all'origine della malattia. "È stata eseguita una prima biopsia prostatica in pazienti poi divisi in 2 gruppi - spiega Vincenzo Ficarra, Ordinario di Urologia all'Università di Messina - uno trattato con estratto esanico di Serenoa repens e uno che non ha seguito nessuna terapia. Dopo sei mesi, è stata eseguita una seconda biopsia: i pazienti che avevano ricevuto il trattamento presentavano una riduzione statisticamente significativa dei livelli di infiammazione. Nella pratica clinica, ciò si traduce in un netto miglioramento dei sintomi"."Necessità di alzarsi durante la notte per urinare - evidenzia Cosimo De Nunzio, dell'ospedale Sant'Andrea di Roma - urgenza di vuotare la vescica di frequente anche durante il giorno e getto di urina sempre più debole con sensazione di mancato svuotamento sono i principali sintomi dell'ipertrofia prostatica benigna. Tanti fattori intervengono nello sviluppo: invecchiamento, modificazioni ormonali, infiammazione prostatica cronica. Quest'ultima svolge un ruolo chiave nel favorire la progressione della patologia. Va curata sotto controllo medico".(ANSA).   









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