>>>ANSA/ Minicuore salva bimba di 3 anni,sta bene e gioca a iPad



(di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 23 APR - E' grande quanto una batteria stilo - appena 5 cm di lunghezza e 15 mm di diametro - ed ha salvato la vita ad una bimba di 3 anni. E' il mini-cuore artificiale Infant Jarvik 2015, impiantato alla piccola, affetta da miocardiopatia dilatativa, dai chirurghi dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù.    Un intervento eccezionale i cui primi esiti lasciano ben sperare: la bimba, operata il 2 febbraio e tuttora ricoverata, sta bene, cammina, mangia la pasta e gioca con l'iPad. Il mini-cuore è prossimo alla sperimentazione clinica negli Usa, ma l'Ospedale ha ottenuto un'autorizzazione straordinaria per il suo utilizzo per uso compassionevole previo consenso dell'ente statunitense per i farmaci Food and drug administration, del Ministero della Salute e del Comitato etico del nosocomio. E' il secondo intervento al mondo di impianto del mini-cuore dopo quello del 2012, sempre all'Ospedale della Santa Sede. Il dispositivo è stato sviluppato con i fondi del National Institute of Health all'interno del programma statunitense PumpKIN (Pumps for Kids, Infants, and Neonates). Scopo del programma, mettere a punto il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare intracorporeo per i bambini più piccoli (sotto i 25-30 chili di peso) tra quelli in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache congenite o insufficienze cardiache severe, per i quali i dispositivi già esistenti non risultano purtroppo appropriati. Per la piccola, il mini-cuore rappresentava l'ultima chance, dopo il fallimento dell'impianto di un Berlin Heart, un cuore artificiale paracorporeo che necessita l'ausilio di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente. Il mini-cuore potrebbe ora rivelarsi una "rivoluzione": "Se le premesse di minore mortalità e morbilità verranno confermate dai test clinici che inizieranno entro il 2018 in Usa, si tratta di una vera rivoluzione nel mondo dell'assistenza meccanica pediatrica", ha affermato Antonio Amodeo, responsabile ECMO e assistenza meccanica cardiorespiratoria e trapianto di cuore artificiale del Bambino Gesù, che ha eseguito l'intervento.    Infatti, "il cuore 'Berlin' - spiega Amodeo - è l'unico, negli ultimi 20 anni, adatto all'impianto su bimbi così piccoli, ma si tratta di un cuore para-corporeo che implica che dal torace fuoriescano varie cannule che sono collegate ad una consolle. Il piccolo paziente dunque, è costretto a rimanere a letto in ospedale in attesa che arrivi un cuore idoneo per il trapianto".    Il nuovo dispositivo, invece, "è il primo cuore totalmente impiantabile per bimbi da 1 a 8 anni, con la fuoriuscita di un unico piccolo tubo dall'addome collegato ad una batteria facilmente portatile in un marsupio o cintura. Il vantaggio enorme - rileva il chirurgo - è che i piccoli pazienti, in attesa del trapianto, possono tornare a casa e svolgere una vita pressochè normale". Ora, conclude Amodeo, "ci auguriamo che la sperimentazione clinica in Usa possa dimostrare anche un minor tasso di mortalità, attestato ad oggi con il Berlin heart al 25-30%". (ANSA).   









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