Qatargate, parla il capo degli investigatori: "Sappiamo che Panzeri mente"



<p>BRUXELLES - Nuove ombre sulla giustizia belga nell'inchiesta sul <strong>Qatargate</strong>. Nei documenti depositati oggi dalla difesa di Francesco Giorgi, uno dei principali indagati, il capo degli investigatori mette in dubbio l'attendibilità dell'ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri. "Non crediamo a niente di quello che dice. Sappiamo benissimo che ci sta prendendo in giro, ma esploderà tutto: devi essere pazzo per avere fiducia nella giustizia oggi, avrò fiducia nella giustizia il giorno in cui giudici e pm non saranno nominati politicamente", dice il poliziotto nell'audio registrato da Giorgi durante una conversazione intrattenuta a maggio.</p> <p>Il nuovo audio, inviato per mail al procuratore federale, Raphael Malagnini, alla giudice istruttrice Aurélie Déjaiffe, e agli avvocati delle parti coinvolte, è stato messo agli atti nel quadro del <strong>maxi-riesame </strong>dell'istruttoria avviata nel settembre scorso e destinata a chiudersi a giugno. Sotto accusa sono finiti il ruolo svolto dai servizi segreti e dalla polizia, la presunta incompatibilità dell'ex giudice istruttore Michel Claise costretto a fare un passo indietro per sospetto conflitto d'interessi -, e l'attendibilità dell'ex eurodeputato Panzeri, considerato l'anima della presunta trama di corruzione in seno al Parlamento europeo, sulle cui dichiarazioni si regge parte dell'ipotesi accusatoria.</p> <p>La conversazione registrata, che l'ANSA ha avuto modo di ascoltare, risale al 3 maggio scorso, quando Giorgi si trovava in custodia cautelare sotto sorveglianza elettronica dopo due mesi passati in carcere. Dopo un'ispezione condotta la settimana prima dall'ispettore capo Ceferino Alvarez-Rodriguez accompagnato da due agenti della polizia, finalizzata al sequestro del portatile di Giorgi sul quale erano salvate le sue note difensive, il poliziotto si è presentato senza preavviso nell'appartamento di Giorgi per restituirgli un telefono cellulare sequestrato. "Non siamo stupidi", afferma il capo degli investigatori durante lo scambio con l'ex braccio destro di Panzeri e compagno dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera, <strong>Eva Kaili</strong>, finita a sua volta al centro dell'inchiesta, sostenendo di non credere alle parole dello stesso Giorgi e di Panzeri.I tre sono stati tutti arrestati il 9 dicembre 2022.</p> <p>"Abbiamo detto ok, vogliamo giocare, giochiamo, abbiamo fatto la stessa cosa con Panzeri. Non pensare che, poiché dice delle cose e lo filmiamo, gli crediamo", emerge dalla registrazione. Nel memorandum firmato il 17 gennaio 2023 con la procura federale del Belgio, Panzeri si è impegnato a "rendere dichiarazioni<strong> sostanziali, rivelatrici, veritiere e complete</strong>". Se le dichiarazioni del pentito, il secondo nella storia del Belgio, si rivelassero false, l'intera inchiesta potrebbe crollare. I documenti depositati agli atti sono stati consegnati dal legale di Giorgi, Pierre Monville, anche ai deputati della commissione giuridica del Parlamento europeo.</p> <p>"Non bisogna avere fiducia nella giustizia: qualunque sia il Paese e qualunque sistema giudiziario esso sia, non c'è giustizia, non ho fiducia nella giustizia perché la giustizia è mossa da fili, dai politici", dice il poliziotto aggiungendo di non credere "nella politica, nell'Unione europea e nei funzionari europei".</p> <p>Davanti alle osservazioni di Giorgi sui "metodi" dell'istruzione e sul sequestro dei suoi manoscritti difensivi, assimilabili secondo l'indagato a un'"intimidazione" e a quanto avveniva "negli anni '90 in Italia con Mani Pulite", l'agente difende la legalità del sequestro delle <strong>note difensive</strong>. Tuttavia, "bisogna essere pazzi per avere fiducia nella giustizia oggi", insiste l'ufficiale, richiamando anche la nomina politica dell'"ex procuratore federale" di Bruxelles.</p>









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