L'impresa

Sul Sassopiatto, una nuova via con gli sci sulla parete nordest 

La guida alpina Hermann Comploj ha aperto una nuova variante di discesa. La dedica: «Ringrazio mia moglie Daniela che mi sostiene e incoraggia in questi progetti»


Ezio Danieli


VAL GARDENA. Un’altra performance di Hermann Comploj, la guida alpina di Selva Gardena che lo scorso 21 aprile è stata, dopo 20 anni, sulla parete ovest della Torre Innerkofler del Sassolungo, dove ha scalato la Goulotte Mistica con la moglie Daniela. Di fronte si trova la parete nordest del Sassopiatto con la classica via ferrata Oskar Schuster.

È lo stesso Comploj a raccontare a Planetmountain la sua bella impresa. Appena arrivato in vetta ha pensato subito di scendere con gli sci dal Sassopiatto. Nei giorni successivi è caduta la neve, circa 50 centimetri, quindi è stato necessario attendere qualche giorno. Fino al 21 aprile, quando Hermann ha deciso di intraprendere la discesa.

«Salendo la parete ovest del Sassopiatto la cima era continuamente coperta dalle nubi. Ma ho pensato che dalla cima del Sassopiatto si vede benissimo il Sassolungo, e dopo una breve attesa le cappa di nubi è scomparsa. Con gli sci ai piedi mi muovo verso sud-est per andare a prendere l’imbocco del canalino. I primi 5 metri sono strettissimi e scendo con gli sci in mano. Rimetto gli sci e mi abbasso per un centinaio di metri nel canalino, molto stretto, trovando una neve spettacolare. Per superare un salto di roccia e ghiaccio levo gli sci e metto i ramponi. Da qui il canale si allarga un po’ mantenendo una pendenza costante di 50°. A un certo punto il canale svolta verso sinistra e va a finire sopra una cascata di ghiaccio ben visibile dal basso, e di qua sono già scesi altri con gli sci».

Comploj si sposta per una cinquantina di metri verso destra e risale un canalino di 50 metri circa che porta in una forcella. Con gli sci e continua a scendere il canalino, arrivato ad un salto di 15 metri si prepara un ancoraggio e scenda in corda doppia. «Da qui – continua – devo spostarmi in parete verso sinistra e, scendendo a zig zag, in due ore arrivo alla base della parete. Continuo a scendere il vallone verso il rifugio Vicenza, poi fino a Plan di Confin. Sono soddisfatto di aver trovato nella seconda parte della parete una nuova variante di grande impegno. E ringrazio Daniela, che mi sostiene ed incoraggia in questi progetti».La moglie gli sta sempre a fianco in queste imprese che fanno onore alla guida alpina.













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