La crisi

Conte domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni

I pentastellati: “Conte ter inevitabile”. Ma avanza l’ipotesi di un “governo di salvezza nazionale”. Salvini: "Quel che succede è volgare e disgustoso"



ROMA. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte salirà al Quirinale domani, 26 gennaio, dopo un passaggio in Consiglio dei ministri per comunicare le sue intenzioni, per rassegnare le dimissioni. Lo si apprende da fonti di governo.

"Il passaggio per il cosiddetto Conte ter - si legge in una nota dei capigruppo M5s di Camera e Senato Davide Crippa ed Ettore Licheri - è ormai inevitabile ed è l'unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all'allargamento della maggioranza. Noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l'interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta. Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia. Il MoVimento c'è, ed è pronto a fare la sua parte". 

Per tutta la mattinata, e già da ieri da parti della maggioranza ma anche da parlamentari indicati come possibili 'responsabili' è andato in scena il pressing per possibili 'dimissioni-lampo' del premier e l'avvio di un Conte ter.

Intanto scende in campo anche Silvio Berlusconi: "Nessuna trattativa - ribadisce - è in corso, né ovviamente da parte mia, né di alcuno dei miei collaboratori, né di deputati o senatori di Forza Italia, per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica".

"La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all'autorevolezza istituzionale del Capo dello Stato - dice - di indicare la soluzione della crisi, attraverso un nuovo governo che rappresenti l'unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani". "Mi auguro che il Presidente del Consiglio sia consapevole dell'ineludibilità di questa strada".

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