giovani agricoltori

Enrica, dalle Marche alla val di Rabbi per allevare mucche e aprire un agritur

Una scelta di vita radicale: «In Trentino e alla Fondazione Mach ho trovato persone di grande umanità»


di Carlo Bridi


SAN BERNARDO DI RABBI. La storia che andiamo a raccontare oggi è diversa da tutte quelle cha abbiamo raccontato fino ad ora, innanzitutto perché vogliamo rendere omaggio alle tante donne che hanno scelto di fare le imprenditrici agricole, a due giorni dalla loro festa. Ma anche perché si tratta della storia di una donna marchigiana di 40 anni, che veniva in Trentino e particolarmente nella stupenda e incontaminata Valle di Rabbi in vacanza con la famiglia. Ma da cosa è nata questa scelta di cambiare completamente la vita oltre che la residenza e la professione?

Due le ragioni che hanno portato Enrica Giovannini, ad assumere questa decisione condivisa con il marito: la prima è quella della grande passione per gli animali e la seconda quella di voler dare concretamente il suo piccolo contributo per la conservazione di questa valle meravigliosa che ha amato fin dalla prima volta che vi è arrivata dalle Marche. Ma la signora ha dovuto affrontare con molta pazienza un nuovo percorso formativo, lei infatti era perito chimico e aveva una laurea triennale in ingegneria.

Con umiltà si è iscritta due anni fa al corso biennale organizzato dalla Fem per il conseguimento del brevetto professionale di imprenditore agricolo che sta terminando in questi giorni. “Un corso - afferma l’ingegnera – che è stata un’esperienza bellissima, in quanto mi ha permesso di confrontarmi con altri giovani con esperienze simili ma anche diverse dalle mie”.

Da sottolineare, prosegue, «la grande professionalità degli insegnanti che ci hanno data la possibilità di una formazione a 360 gradi sui vari campi che vedono coinvolti gli imprenditori agricoli». Ha fatto domanda anche del premio d’insediamento aziendale, domanda che è stata accolta ed ha già incassato l’acconto che le è servito per comperare dei terreni agricoli adiacenti al maso che ha comperato e che intende ristrutturare per ricavarvi sia una stalla seppur a poste fisse per 16 capi di bestiame, che in prospettiva un bell’agriturismo.

Attualmente ha una mandria di sei vacche da latte, della razza Pezzata. Ma in prospettiva punta ad una mandria di grigio alpine, una razza molto più adatta per il pascolo in alta quota. La superficie attuale è pari a 15 mila metri quadrati, tutti intorno al maso collocato a 1200 metri sul livello del mare.

Considerato il suo radicale cambio di vita vogliamo indagare fino in fondo sul perché della sua scelta oltre le ragioni sopra illustrate. Una componente non indifferente, afferma Giovannini, è stata quella umana: «Ho trovato sia in valle di Rabbi che alla Fondazione Mach delle persone di grande umanità, di grande professionalità e sempre pronte a dare una mano. Anche questo fatto ha inciso sulle scelte radicali della mia famiglia». Che sia una scelta convinta lo dimostra anche il fatto che sua figlia più grande si è già iscritta all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.

Fra i progetti futuri il primo è quello di completare al più presto la ristrutturazione del maso, per la duplice attività zootecnica ed agrituristica, ma anche quello di comperare o prendere in affitto dei terreni agricoli per avere al più presto il rapporto corretto fra il numero di capi, (UBA), e i terreni agricoli. Ma l’imprenditrice vuole acquistare anche delle vitelle per aumentare gradualmente il numero di capi da latte in stalla: «A me non interessano i grandi numeri – sottolinea - ma avere un’azienda che ci permetta di avere una vita dignitosa come famiglia».

«Anche il mio più grande sogno nel cassetto è quello di veder ristrutturato il maso in modo da poter sviluppare le mie attività programmate al completo. Il latte delle nostre mucche va al caseificio in valle, ossia al Cercen, mentre per le mie attività di ospitalità agrituristiche i miei amici marchigiani non vedono l’ora di poter venire nostri ospiti nella tanto decantata valle di Rabbi».

E il suo rapporto con l’ambiente? «E’ evidente il mio grande amore per l’ambiente: il fatto di ave scelto una “valletta” incontaminata per il resto della mia vita ne è una prova evidente. In Val di Rabbi - prosegue – si vive ancora in un ambiente agreste, incontaminato, com’era il Trentino e non solo nel passato». Chiediamo se visto questo suo amore per l’ambiente ha pensato anche di fare la scelta biologica per l’azienda: «Per ora – risponde - non ne vedo la possibilità ma in futuro non è escluso, viste anche le esperienze dei miei amici agricoltori marchigiani».

«Questa per me è un fase molto impegnativa – aggiunge - per cui non c’è tempo di pensare ad impegnarsi nel sociale. Ci sarebbe un hobby che mi piace moltissimo, quello del nuoto, ma in questi anni il tempo per praticarlo è stato assai ridotto, in quanto sono concentrata nelle diverse attività che oltre al lavoro ordinario comporta la procedura burocratica per arrivare ad avere tutte le autorizzazioni alla ristrutturazione del maso». Enrica è sposata con Daniele ed ha due figli: Emma e Attilio di 13 e 14 anni.













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