dopo i risultati DEL terzo trimestre 

Tim: tonfo in borsa. «Ma non si cambia piani»

MILANO. Il colpo di fulmine tra il mercato e l'ad di Tim Amos Genish si è spento. I numeri del terzo trimestre sono quelli delle attese e nemmeno la svalutazione che ha portato in rosso i conti...



MILANO. Il colpo di fulmine tra il mercato e l'ad di Tim Amos Genish si è spento. I numeri del terzo trimestre sono quelli delle attese e nemmeno la svalutazione che ha portato in rosso i conti prende di sorpresa gli analisti ma nonostante il manager abbia assicurato che l’impairment test «non è di natura cash e non va a modificare le priorità strategiche del piano a cui pensiamo di rimanere fedeli» il titolo affonda (-4,8% a 0,52 euro). «È stato un trimestre turbolento, con la decisione della vigilanza del cambio fatturazione e con l’entrata di Iliad nel mercato mobile ma Tim è riuscita a garantire una performance operativa resiliente», dice Genish ponendo l'accento sui ricavi da servizi, stabili sia a livello di gruppo che domestico, e su una continua crescita in Brasile. L’impairment test «è stato fatto in seguito all'applicazione dei nuovi principi contabili» chiarisce e ricorda che il precedente era del 2013. Ma è anche una risposta al deterioramento delle dinamiche di mercato. Gli analisti ipotizzano che possa essere funzionale a oliare la discussione con Open Fiber in vista di una possibile fusione delle due reti. «Siamo aperti alla collaborazione con Open Fiber nello sviluppo FTTH, è qualcosa di positivo per l'’Italia in generale che potrà soddisfare l'agenda digitale del Governo. Se e quando accadrà sarà uno sviluppo positivo» risponde Genish.













Scuola & Ricerca

In primo piano