Thomas corona il sogno: una stalla nuova di zecca 

Valenti, 42 anni: «È stata solo la passione per l e mucche e per questo lavoro a farmi tener duro per un periodo così lungo: ho dovuto aspettare dieci anni»


di Carlo Bridi


BONDO. È proprio vero che l’amore e la passione per le mucche ti fa superare difficoltà e malintesi, stringere i denti pur di raggiungere la mèta. È il caso di Thomas Valenti che una decina di anni fa si era posto l’obiettivo di fare l’allevatore, ma in una stalla razionale e non in quella vecchia di famiglia. Ebbene, le lungaggini burocratiche prima di poter realizzare la nuova stalla che era il suo sogno, quello di avere una stalla dove poter assicurare il benessere degli animali e poter lavorare con minori difficoltà e sacrifici si è realizzato solo dopo dieci lunghi anni. «È stata solo la passione che mi ha fatto tenere duro per un periodo così lungo altrimenti avrei gettato la spugna, ho passato gli anni migliori, ci ho rimesso tanti soldi, compreso un 10% sul contributo per la nuova stalla perché nel frattempo ho compiuti i 40 anni, ma alla fine ci sono arrivato» racconta Valenti. «Il mio non era un capriccio ma la volontà di produrre latte di alta qualità senza i problemi che potevano nascere in una stalla vecchia e non razionale. Lo ho prodotto lo stesso tant’è che la Latte Trento dove conferisco il mio latte lo usa tutto per la linea “Trentingrana” ma certo i costi di produzione sono molto alti. Ad esempio quest’anno ci è venuto a mancare fra il 30 e il 40% della nostra produzione di fieno e per una stalla come la mia che alimento il cento per cento a fieno è un problema grosso. Certo, il foraggio prodotto è molto buono ma mi devo rivolgere al mercato per acquistarne una buona quantità, sia fieno che medica. Ovviamente non posso usare solo mais perché il latte viene trasformato in Trentingrana che ha un disciplinare molto rigido sull’alimentazione, che presuppone l’alimentazione solo a foraggio secco. Purtroppo anche il prezzo del fieno sul mercato è lievitato, perché la domanda è aumentata e la produzione si è ridotta anche in pianura». Valenti è un allevatore tradizionale anche per l’alimentazione, niente carro miscelatore: «Secondo me - afferma - si hanno risultati migliori con un’alimentazione tradizionale: un buon foraggio integrato da un buon mangime rigidamente Ogm free, mi dà dei risultati ottimi. La produzione media capo è di 80-90 quintali /capo/lattazione per la Bruna e sui 100 quintali per la Frisona. Il grasso è sul 4% e la proteina sul 3,8».

Alla nostra domanda su quali siano i progetti per il futuro egli risponde che l’unico obiettivo che ora deve centrare è quello di pagare regolarmente le rate del mutuo per la stalla che ha potuto godere di un intervento provinciale, ma la maggior parte della cifra è rimasta in carico al Valenti. La tabulazione è a cuccetta pavimentata in gomma, le corsie a grigliato forato con copertura in gomma. «Per fortuna - afferma - conferisco latte a un Caseificio, la Latte Trento, che remunera in modo soddisfacente il latte mentre fino a pochi anni fa eravamo con Fiavè dove le note difficoltà hanno portato a remunerazioni sotto il prezzo di mercato».

Nonostante il grosso impegno in stalla dove è aiutato solo dal fratello part-time e dal papà ottantenne (che era contrario a questo grosso impegno finanziario per fare la stalla, ma che ora è molto soddisfatto dei risultati), Valenti è impegnato anche nel sociale è consigliere dell’Unione di Valle della Federazione Provinciale Allevatori. Nel piccolo paese di Bondo ci sono altre due stalle nuove e un paio di vecchie quindi tutti i prati vengono falciati con beneficio anche per il turismo e per l’ambiente.













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