Sebastian, dall’arte ai piccoli frutti biologici

A 27 anni, dopo le specializzazioni in Inghilterra e Nuova Zelanda, è tornato in val di Fassa dove coltiva anche ortaggi e alleava 37 capre da latte


di Carlo Bridi


POZZA DI FASSA. Mai tra le tante storie che abbiamo raccontato in questa rubrica ci siamo imbattuti in una cosi originale come quella che raccontiamo oggi. Parliamo di un giovane di Campitello di Fassa, che, con un diploma all’Istituto d’arte di Pozza, decide di fare l’agricoltore biologico perché non condivide la gestione dell’agricoltura convenzionale. Parliamo di Sebastian Ghetta, un giovane che per prepararsi a svolgere l’attività di produttore biologico va in Inghilterra, perché da noi non vi sono scuole specialistiche per il biologico, dove dopo un biennio di corso e un altro anno passato in Nuova Zelanda, si diploma perito agrario con la specializzazione nell’agricoltura biologica. Frequenta anche il corso per imprenditori agricoli di San Michele per ottenere il premio d’insediamento. «Il corso è stato molto utile per darmi le basi di una formazione imprenditoriale e grazie al premio di 35 mila euro sono riuscito ad insediarmi in agricoltura partendo da una piccola azienda part-time che coltiva il papà insegnante all’Istituto d’Arte.

Anche in questo caso un’azienda fuori dagli schemi: coltivazione biologica di piccoli frutti e fragole. Chiediamo a Sebastian come mai un giovane con una tradizione famigliare nel campo dell’arte e una specializzazione in questo settore si sia poi messo in testa di fare l’agricoltore e l’allevatore biologico a 1300 metri di quota.

«È stata una scelta - ci spiega - maturata per il grande amore per la natura dopo la scuola in Inghilterra, maturata confrontandomi con altri giovani della zona. Certo, non è stato una passeggiata, sono partito con le fragole a terra prima con la paglia e poi con il nailon, erano appena 4000 piante, ora in produzione ne ho una media di 10 mila con una produzione media sui tre anni di durata dell’impianto di 6-700 grammi a pianta. Sono andato alla ricerca di varietà di fragole che ho trovato in Svizzera con maturazione tardiva, in agosto, molto interessante per la vendita nel pieno della stagione turistica. Questo mi permette di avere le fragole per due mesi estivi nonostante l’alta quota. Ma, prosegue Sebastian, ho introdotto anche il ribes nero, il ribes rosso e il lampone e per completare la gamma della domanda mi sono spinto anche sulla produzione di diversi tipi di ortaggi e l’allevamento delle capre.

Un sogno nel cassetto? A 27 anni sono tanti: una bella stalla, un agriturismo per dare testimonianza di un turismo che come l’agricoltura può essere più ecologico e che sappia valorizzare di più di quanto avviene ora i prodotti locali. Ma com’è vista la tua attività in un contesto di turismo molto intenso come quello della val di Fassa? «All’inizio c’era molto scetticismo che si è trasformato in apprezzamento e incoraggiamento, ma certo all’inizio è stata dura».

E le vendite come vanno? «Non mi posso lamentare - risponde Sebastian - una buona parte dei miei prodotti viene venduto in giornata al mercatino di Pozza dove abbiamo un’ottima accoglienza, le fragole bio coltivate a terra a Pozza sono una rarità e il nostro banco vendita è sempre molto frequentato. È gestito da mia sorella Stephanie neo laureata, ma poi ci sono i Gas di Fiemme e Fassa, mentre è poco l’interesse degli albergatori più interessati al prezzo che alla qualità. Anche la mia compagna Laura è impegnata in azienda e in collaborazione con l’Apt organizziamo le visite guidate ai nostri campi con degustazione finale dei nostri prodotti», conclude.

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