Rurali di Trento e Lavis, accelerata sulla fusione 

Credito cooperativo. I presidenti dei due istituti, Giorgio Fracalossi ed Ermanno Villotti hanno firmato un protocollo operativo per far nascere il nuovo colosso all’inizio del 2020


Luca Petermaier


Trento. Nell’ottobre dell’anno scorso - un po’ a sorpresa - avevano annunciato il progetto di fusione delle due Casse Rurali. I presidenti della Rurale di Trento Giorgio Fracalossi e della Rurale di Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra Ermanno Villotti, allora, avevano aperto «un tavolo di confronto per studiare e costruire un nuovo progetto di presidio del territorio».

Bene, da quel tavolo di confronto, oggi, è stato partorito un protocollo d’intesa con cui si inaugura ufficialmente un percorso che si concluderà, dopo le necessarie autorizzazioni e l’approvazione da parte dei Soci, all’inizio dell’anno prossimo, con la nascita della maggiore Cassa Rurale del Trentino, una delle più rilevanti del Gruppo Bancario Cooperativo “Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano”, con circa 400 collaboratori, una rete di 44 sportelli, circa 25 mila soci ed oltre 5 miliardi di euro di masse amministrate.

La nuova Cassa - spiegano i due presidenti - avrà sede legale a Trento e svilupperà la sua forte presenza nelle aree territoriali comprese fra Aldeno, la città di Trento, la Valle di Cembra e la comunità di Mezzocorona.

Il Protocollo di Intesa prevede, infine, una Governance in grado di garantire un’equilibrata rappresentanza ai Soci delle due Casse Rurali interessate dal progetto e di coniugare una buona conoscenza dei territori di competenza con l’elaborazione di modelli organizzativi di elevata qualità e tali da garantire buoni livelli di produttività e di servizio ai Soci, alle famiglie ed alle imprese.

I Presidenti hanno, inoltre, evidenziato come la nascita del Gruppo Bancario Cooperativo “Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano”, «avvenuta in un momento storico in cui è necessario essere protagonisti attivi della costruzione del proprio futuro, ha creato i presupposti per l’elaborazione di nuovi progetti industriali volti a rideclinare i principi che stanno alla base del credito cooperativo, al fine di renderlo sempre più forte, in grado di garantire un’operatività bancaria completa e competitiva, capace di generare ricchezza e valore per i territori e conseguenti ricadute positive sull’economia, oltre che sul tessuto sociale delle Comunità».















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