«L’agricoltura di oggi è smart» 

Il professor Crnojevic’ spiega l’impatto di robot e rivoluzione digitale  


di Carlo Bridi


SAN MICHELE. È convinzione generale che il sistema dell’agro-alimentare del futuro sia legato all’agricoltura di precisione: robotica, sensori innovativi, internet e big data. La Fondazione Mach è sempre attenta a ciò che di innovativo succede nel mondo per collaborare ed ottenere le informazioni utili per progredire in questo campo e sviluppare competenze. Proprio per questo motivo ha invitato in Trentino, assieme alla Fondazione Bruno Kessler,il direttore di BioSense Institute, centro di eccellenza serbo a livello europeo su queste tecnologie, il professor Vladimir Crnojevic’. Lo abbiamo sentito a margine del seminario che si è svolto presso la Fem, nel pomeriggio di ieri.

Professore, lei pensa che anche in un’agricoltura fatta prevalentemente di piccole e medie aziende familiari, come quella trentina, possano essere introdotte queste innovazioni?

L’agricoltura smart, digitale è un’opportunità per le aziende di tutte le dimensioni, in quanto offre la possibilità di migliorare la loro attività quotidiana. Questo vale soprattutto per le piccole aziende perché se fino ad oggi la grande proprietà agricola aveva le risorse per investire in nuove tecnologie, oggi con la digitalizzazione abbiamo a disposizione una smart “per i poveri”.

Basta avere uno smartphone per disporre di previsioni meteo precisissime, analisi, consigli e altri servizi provenienti dalla conoscenza globale. D’altro canto, il singolo agricoltore può egli stesso contribuire alla conoscenza globale mettendo a disposizione informazioni, immagini e analisi.

Quali risposte possono venire da sensori di micro e nano tecnologia?

I micro sensori in agricoltura finora sono stati utilizzati in modo basilare e rudimentale, a causa della mancanza di connettività e del prezzo elevato degli apparecchi. Solo per avere un ultra sensore da mettere nel terreno ci volevano un centinaio di euro, ai quali va aggiunto il costo della connettività via cellulare.

Con internet e l’abbassamento dei prezzi della micro e nano tecnologia lo scenario è cambiato: ora si possono avere milioni e milioni di sensori che possono produrre una straordinaria mole di dati. Così basta un sensore basico per il terreno per portare una vera rivoluzione perché di dati se ne potranno avere migliaia Stessa cosa per altri tipi di sensore: quello per l’azoto ad esempio.

Lei ha parlato di internet, della possibilità di connettere tutti i sistemi di produzione.

L’internet delle cose è la possibilità di connettere tutti i sistemi di produzione dati in un unico sistema. Questo significa che i diversi sensori, videocamere, stazioni meteo possono essere connesse in maniera trasparente a un unico sistema che fornisce tutte le informazioni su un cellulare.

Che livello di preparazione deve avere l’imprenditore agricolo per poter applicare la robotica e i sensori del futuro?

Per accogliere l’agricoltura smart, i contadini devono aprire la mente, soprattutto i giovani, che sono più aperti alle nuove tecnologie. Si deve guardare al futuro e accettare questa rivoluzione nonostante il fatto che, in tutto il mondo, i contadini siano conosciuti per essere dei conservatori, famosi per fidarsi solo di quello che il nonno ha tramandato. Con questi nuovi trend, tutti loro possono ottenere ora la conoscenza globale attraverso il processo di digitalizzazione dell’agricoltura.













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