L’agricoltore che crede nel valore delle noci 

Marco Brochetti ha concentrato l’attività della sua azienda sulla nocicoltura «Perché è un frutto che dà soddisfazione e che ora gode di grande popolarità» 


di Carlo Bridi


BLEGGIO SUPERIORE . Il futuro della nocicoltura del Bleggio, coltura che era quasi scomparsa, e che sta rinascendo grazie ad alcuni appassionati, si riprenderà per merito dei giovani protagonisti che vi credono. Lo testimonia anche la storia del giovane protagonista di oggi. Marco Brochetti (figlio d’arte perché il padre Rodolfo è il presidente del locale consorzio oltre che della Op “La Trentina”), come molti giovani agricoltori moderni, punta molto oltre che su una produzione sempre più sostenibile (la sua azienda è biologica), anche sulla vendita a km zero dei prodotti che per quantità non hanno grosse dimensioni e come tipicità sono al massimo. Come le noci, appunto, che per merito anche di molti nutrizionisti, sono ormai presentate come il frutto del benessere. Questo ha evidentemente cambiato anche la domanda da parte dei consumatori. Il risultato è che buona parte delle noci consumate in Italia sono importate. Un prodotto come quello del Bleggio, con la sua Bleggiana, ha peraltro un potenziale mercato molto interessante. Brochetti punta proprio su questo fatto e negli ultimi tre anni ha messo a dimora ben tre ettari di nuovi impianti di noci.

Ma perché la scelta chiediamo al giovane, visto che il Bleggio Superiore non è certo la Valle di Non? «Un po’ per passione e un po’ per l’opportunità di un lavoro nell’azienda biologica della quale era titolare la mamma» dice Marco. Per questo all’indomani del diploma all’Istituto Agrario ha subito preso in mano l’azienda come titolare e ha aperto una partita IVA. Un’azienda che produce e trasforma parte delle sue produzioni in un proprio laboratorio dal quale esce il nocino, prodotto tipico del Bleggio fatto con le proprie noci raccolte il giorno di S. Giovanni, 24 giugno. Parte di queste noci raccolte vengono tagliate a spicchi e messe sott’olio dopo averle sbollentate. Altro processo di trasformazione: “noci verdi candite”, prodotto che viene molto apprezzato ma va illustrato nei dettagli. Per questo è molto importante la partecipazione al mercatino di Natale di Rango dove vendiamo anche il nostro nocino, le nostre noci secche ed un pesto di noce all’80% più olio di oliva extra vergine e noci secche al posto dei pignoli.

«Ci sono anche molti progetti per il futuro, puntando in particolare sulla coltura del noce anche se sono cosciente che è una coltura che impiega qualche anno per entrare in produzione, ma quest’anno abbiamo raccolto 25 quintali assieme a mio padre».

Non può mancare qualche sogno nel cassetto: arrivare ad uscire con un prodotto tutto suo di alta qualità, un prodotto che sia veramente speciale e che diventi un riferimento non solo per la sua azienda, ma per il territorio. Per ora sta provando molte strade e si confronta con molti buongustai per arrivare al prodotto super. A quattro anni dalla scelta, il bilancio? «Sono contento della scelta fatta anche se sono cosciente che sono investimenti grossi e a lento rientro. Per fortuna c’è il supporto del papà e pertanto sono molto fiducioso».

Marco Brochetti coltiva anche patate e per la rotazione con il frumento la cui farina è venduta direttamente sui mercatini, mentre le patate vengono conferite alla locale cooperativa, la Copag. Riesce a praticare anche qualche hobby: grandi arrampicate l’estate sulle cime del Brenta, e fino a qualche anno fa i cavalli poi abbandonati per mancanza di tempo a cavalcarli. «La mia scelta - conclude - è molto apprezzata dai miei amici anche se si lamentano che non ho tempo da dedicare a loro».













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