I piccoli frutti: una dolce passione per Mattia 

Giovani protagonisti. Brugnara ha 22 anni, è di Meano e ha studi a San Michele alle spalle «Un sogno che ho sempre voluto realizzare: un’azienda tutta mia. Dai lamponi alle fragole»


Carlo Bridi


Trento. Fra le moltissime storie che abbiamo raccontato, domenica dopo domenica, anche quella di oggi ha dell’incredibile. Parliamo infatti di un giovane appena ventiduenne che dopo il diploma di perito agrario conseguito all’Istituto Agrario di San Michele ha trovato subito lavoro nel settore della consulenza tecnica ai produttori di piccoli frutti al Centro Consulenza Tecnica della FEM, sezione di Vigalzano, dopo 2 anni di lavoro che gli hanno permesso di tuffarsi in pieno in tutte le problematiche ma anche le prospettive di un settore in costante espansione, ha deciso il grande passo: licenziarsi dalla FEM e mettersi in proprio con un’azienda di piccoli frutti partendo completamente da zero. Questo, perché facendo quel lavoro, si era convinto che la sua idea di realizzare un’azienda propria di piccoli frutti era percorribile.

La decisione

Di qui la decisione poco più di un anno fa di tentare l’avventura di farsi un’azienda propria. Parliamo di Mattia Brugnara, giovane di Meano che fin da subito aveva idee chiare sul tipo di azienda che voleva realizzare, ossia un’azienda biologica, e per evitare i tanti problemi di deriva non ha trovato di meglio che spostare la propria sede del centro aziendale al Lago di S. Colomba, in una zona incontaminata. Là la scorsa primavera ha messo a dimora i primi 5000 metri quadrati di lampone e da quest’anno aggiungerà anche la coltivazione delle fragole, sempre nella zona lago. Per questo ha acquistato altri 5000 metri quadrati più altri 6000 che ha preso in affitto. Tutti collocati ad un’altitudine di 900 metri s.l.m. e tutti coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica. Il suo obiettivo è quello di arrivare a 2 ettari di piccoli frutti e fragole, ampliando la gamma anche ad altri piccoli frutti. Ma vorrebbe aggiungere anche mele e ciliegie per avere una gamma completa di prodotti. In tutta la mia attività afferma, mi avvalgo ancora dell’esperienza dei miei ex colleghi della FEM.

I progetti

Nei suoi progetti a breve Brugnara ha anche quello di arrivare a costruire un bel laboratorio a norma per la lavorazione di tutti i suoi prodotti per la parte che non riesce a vendere freschi, commercializzando tutto direttamente sia il fresco che il lavorato. Nel primo anno di raccolto, ci confida, «i miei prodotti hanno avuto un’ottima accoglienza in gelaterie e pasticcerie, che sono i miei clienti prioritari, ma certo, punto anche alla vendita diretta a km 0 ai privati. Posso rivendicare due caratteristiche molto importanti per i miei prodotti - afferma Brugnara -: la provenienza da un’azienda biologica e la coltivazione a 900 metri che dà ai piccoli frutti sapori e profumi assai diversi e migliori. Era questo anche il mio sogno nel cassetto che coltivo fin da ragazzino, non a caso ho fatto la scelta di andare all’Istituto Agrario di San Michele per la sua scuola superiore». Ma c’è un altro sogno di Mattia, arrivare ad aprire l’azienda ai consumatori per far vedere loro la serietà del suo modello di coltivazione, precisa. Alla nostra domanda se non lo spaventa il pensare ai costi di tutti questi investimenti la risposta è ragionata.

Gli investimenti

«Ora - afferma - sono in attesa della liquidazione del premio d’insediamento che mi è già stato concesso, con il quale punto all’acquisto di nuovi terreni sempre in zona Santa Colomba viso che l’esposizione è ottima. Poi penserò anche a garantire un’adeguata irrigazione alle colture, devo decidere se farmi il pozzo mio o chiedere l’acqua al Consorzio di Miglioramento Fondiario di Civezzano, certo è che l’acqua è una infrastruttura indispensabile per produrre frutta di qualità». Ma si pone anche il problema della difesa dalla Drosophila suzukii, che essendo l’azienda bio potrà fare solo con rete antinsetto. Ma Mattia trova anche il tempo per impegnarsi in Coldiretti giovani impresa, ed alla mostra mercato di S. Giuseppe era impegnato nella raccolta firme da presentare all’Unione europea per la difesa del made in Italy. È componente anche del corpo Vvff di Meano.













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