Enologia alla Fem: arrivate 500 domande 

All’inaugurazione dell’anno accademico di San Michele è stato fatto il punto sul successo del nuovo corso universitario


di Carlo Bridi


TRENTO. Festeggiato in pompa magna l’inizio dell’anno scolastico ed universitario nel campus di S. Michele e dall’Università di Trento. Con questo corso, la Fem copre una filiera formativa di studi in campo viticolo-enologico di ben 14 anni. Dalla scuola superiore-professionale e tecnica-al corso post-diploma per enotecnico, per finire con il corso di laurea in Viticoltura ed Enologia e il dottorato del Centro Agricoltura Alimenti e Ambiente (C3A), costituito assieme all’Università di Trento.

Brillante ed accattivante su un tema piuttosto sconosciuto sul pianeta piante ed il rapporto fra questo e gli animali la lectio magistralis tenuta dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze che nella presentazione il presidente della Fem Andrea Segrè ha ricordato come si tratti di uno scienziato di fama internazionale innovativo e rivoluzionario come l’ha definito il New York Times.

Segrè ha parlato dell’unicità dell’offerta formativa che offre San Michele: «Formiamo gli studenti a 360 gradi: potenzialmente arrivano da noi a 14 anni e possono uscire dopo aver concluso il percorso formativo con il dottorato. La nostra è una proposta formativa che abbiamo articolato su diversi livelli, permettendo di definire figure professionali distinte».

«La viticoltura e l’enologia- ha ricordato il rettore dell’Università di Trento - Paolo Collini, è sempre stata seguita dalla Fem, ma grazie al progetto comune con il C3A, abbiamo dato il via ad una filiera formativa d’eccellenza per dare risposte concrete al nostro territorio portandovi professionalità. Con questo progetto, del C3A, abbiamo portato la collaborazione a livello territoriale che si arricchisce così di un tassello importante per la nostra comunità. Siamo orgogliosi, ha concluso Collini- che ciò sia riuscito in cosi breve tempo e siamo fiduciosi che il comparto offrirà nuove occasioni di sviluppo per la nostra Università».

Come si è visto il tutto ruota intorno al C3A, la cui direttrice Ilaria Pertot, ha ricordato come siamo ormai entrati a regime e come per il corso di viticoltura ed enologia siano arrivate ben 500 domande mentre c’è il numero chiuso a 75. Certo è che per chi frequenta questo corso universitario le possibilità occupazionali sono molte perché il corso si sviluppa su una vasta serie di filoni oggi di grande attualità come quello degli aspetti normativi, quello del modo più corretto per fare la promozione del vino, fino ad affrontare il terzo anno il rapporto vino società consumatore.

Anche il dirigente scolastico Marco Dalrì ha sottolineato l’ottima sinergia creata con l’Università di Trento tramite il C3A ed ricordato: “siamo nati quasi 150 anni fa come scuola enologica sono queste le nostre radici, anche perché è questo filone più di altri ci ha fatti conoscere nel mondo. Ora con il percorso universitario in aggiungiamo un altro anello molto qualificante alla nostra lunga storia in campo vitivinicolo Non dimentichiamo, ha precisato Dalrì che il percorso Enotecnico è l’unico che offre un tirocinio durante l’anno scolastico e un altro a fine percorso scolastico in Borgogna. In conclusione della cerimonia è stata inaugurata la cantina didattica: un gioiello per la formazione viti-enologica degli studenti ha affermato il direttore generale Sergio Menapace.













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