Cooperazione, scintille sul credito 

Il futuro delle Rurali e del nuovo gruppo di Cassa Centrale al centro della campagna elettorale per via Segantini


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Il credito scalda la corsa alla poltrona più importante della Cooperazione trentina. Ieri i quattro candidati, Marina Mattarei, Ermanno Villotti, Michele Odorizzi e Piergiorgio Sester si sono affrontati-sfidati davanti alla stampa al sesto piano di via Segantini. In molti passaggi delle loro autopresentazioni si faticava a distinguere un programma dall’altro. Ma quello che è sembrato essere il nodo difficile da sciogliere, quello che per forza di cose crea divisioni e discussioni, è quello del credito. Villotti, presidente della Cassa Rurale di Lavis, per ovvie ragioni è schierato in difesa delle banche cooperative, la pasionaria Mattarei, invece, è all’attacco. Sulla superficie il problema è quello delle quote associative. Attualmente, il mondo del credito versa alla Federazione circa 6 milioni di euro e ha in cambio tutta una serie di servizi, dalle buste paga alla formazione dei dipendenti passando per la consulenza. Tutti servizi che, con l’avvento del nuovo gruppo bancario guidato da Cassa Centrale, sarà proprio quest’ultima che dovrà fornire a tutte le banche, anche quelle di fuori provincia ovviamente. Quindi anche le quote associative andranno riviste. Al ribasso. Questo rischia di provocare una forte emorragia nel bilancio della Federazione. Una perdita solo parzialmente compensata dal fatto che già 27 dipendenti della Federazione hanno attraversato la strada passando a Cassa Centrale proprio per permetterle di assicurare a tutte le bcc del gruppo i servizi prima forniti dalla Federazione alle Casse Rurali trentine. Ieri mattina, durante e dopo la presentazione il tema è stato al centro del dibattito. Villotti ha detto che il problema non sono le quote e ha difeso il credito: «Dobbiamo valorizzare tutte le singole rurali, farle sentire parte del movimento, coinvolgerle. Il credito non potrà esimersi dall’assumere le sue responsabilità nella ridefinizione degli assetti della Cooperazione». La Mattarei, che viene dal mondo del consumo, invece ha attaccato a testa bassa: «Qui non si tratta di non far uscire il credito dal movimento cooperativo, ma di farlo rientrare. Sono già alcuni anni che loro si sentono fuori pur continuando a influenzare tutte decisioni più importanti. Devono tornare a far parte integrante della Cooperazione». Sul punto sono intervenuti anche Sester e Odorizzi. Il primo ha ribadito che è necessario un profondo rinnovamento di un modo che è troppo conservatore e formato da dirigenti che da trent’anni si trovano ai vertici. Anche Odorizzi ha parlato di rinnovamento, definendosi un partigiano della cooperazione e ha rivendicato al movimento la difesa dei posti di lavoro: «In questi anni di crisi la cooperazione ha saputo difendere e sviluppare l’occupazione a differenza degli altri sistemi d’impresa. Nessun amministratore pubblico, qualunque sia la sua area politica, potrà ignorare il ruolo e le risposte della cooperazione». Odorizzi ha fatto anche un ardito parallelo tra la Cooperazione e l’Atene di Pericle, dove i governanti venivano sorteggiati. Questo per dire che il fatto che i programmi dei quattro candidati siano simili non è per forza un male. La Mattarei ha puntato tutto sulla riscoperta dei valori coop: «La Federazione dovrà recuperare la sua storica funzione di sindacato a supporto delle istanze e dei bisogni delle associate e dovrà rafforzare l’autonomia della vigilanza». Sester si è presentato come il nuovo: «La cooperazione trentina deve superare le spinte alla chiusura e aprirsi al confronto».













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