A22, Rossi e Kompatscher da Delrio 

Incontro oggi a palazzo Chigi per definire i dettagli per il rilascio della concessione. Rossi lancia un appello al centrodestra



TRENTO. L’espressione giornata decisiva viene usata spesso a sproposito. Ma quella di oggi potrebbe veramente essere una giornata decisiva per la concessione dell’A22. Oggi il presidente della Provincia Ugo Rossi insieme al collega altoatesino Arno Kompatscher scenderanno a Roma per un appuntamento molto importante a palazzo Chigi. Un appuntamento preso la settimana scorsa quando il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni era a Trento nell’ambito delle iniziative per laa Green Week. Oggi Gentiloni non ci sarà, ma gli interlocutori saranno comunque di altissimo livello. Si tratta del ministro dei lavori pubblici, trasporti e infrastrutture Graziano Delrio e di uno tra il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan o il suo vice Enrico Morando. Si discuterà di quale formula trovare per arrivare al conseguimento della concessione dell’A22. Le variabile sono almeno tre. C’è la strada tradizionale della concessione da riconoscere all’attuale Autobrennero spa che nel frattempo dovrà diventare società in house attraverso l’acquisto del 14% delle quote in mano ai soci privati. Ma questa strada sembra essere comunque difficoltosa dal momento che per ora non si trova un accordo con i soci privati sul valore delle loro quote. Ci sono due advisor che ci stanno lavorando, ma anche nell’assemblea informativa di ieri i soci privati hanno chiesto di attendere l’approvazione del bilancio per decidere il valore della società. Per inciso, la valutazione viene fatta sul patrimonio che vale circa un miliardo di euro. Quindi la quota dei privati potrebbe andare dai 120 ai 150 milioni di euro. Tanti soldi. Ma per evitare il braccio di ferro con i privati si è pensato anche di costituire una nuova società, una newco, come dicono gli amanti dell’inglese. Questa soluzione avrebbe il pregio di velocizzare l’iter e di sganciarlo dalla trattativa con i privati che andrebbe avanti per conto suo. Ma il problema centrale di cui discuteranno oggi i due presidenti a Roma è ancora un altro. Si tratta della titolarità della concessione.

L’emendamento al decreto fiscale che prevede la concessione ha una formulazione che si presta a varie interpretazioni. Secondo i tecnici del ministero dei Trasporti l’emendamento si può interpretare nel senso che la concessione autostradale non è in capo alla società di gestione, ma agli enti pubblici che ne sono soci. Ed è proprio questa interpretazione che gli enti pubblici vorrebbero evitare. Infatti, questa soluzione comporterebbe un aggravio molto forte dal punto di vista della responsabilità. Tutti gli enti pubblici soci dell’A22 dovrebbero scegliere un capofila, che ovviamente dovrebbe essere la Regione, e far gestire a questo direttamente la società autostradale. La soluzione preferita dai soci pubblici, ovviamente, è la secondo, ovvero che la concessione venga riconosciuta a una società in house distinta dagli enti azionisti. In questo modo la responsabilità di tutto, dagli incidenti stradali alle manutenzioni, sarebbe in capo agli amministratori della società e il controllo sarebbe indiretto. Dal punto di vista burocratico sarebbe la soluzione migliore. Si tratta di vedere se i tecnici ministeriali saranno d’accordo. Andando oltre il piano tecnico, il presidente Rossi lancia un appello a tutte le forze politiche e fa capire che il rilascio della concessione da parte del governo ormai fa parte dell’ordinaria amministrazione, dal momento che la decisione politica è già stata presa e adottata con l’emendamento al decreto fiscale: «E’ opportuno che ci sia un clima politico favorevole. Mi auguro che non ci siano prese di posizione contrarie».













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